Pare proprio che sarà così: il nuovo Direttore generale dell’Ats sarà una altoatesino o giù di lì.
Qual è il vero motivo?
In primo luogo il fatto che la Giunta deve scegliere all’interno di un elenco di aventi diritto. In poche parole: non può scegliere chi gli pare, ma deve scegliere all’interno di un gruppo di specialisti già definito per legge.
Il secondo vero motivo è lo stesso che aveva guidato Pigliaru: la diffidenza verso i sardi. Viene ritenuto preferibile un estraneo con cui stabilire un rapporto fiduciario, a un sardo che, essendo nato e cresciuto qui da noi, potrebbe avere troppi rapporti con la società sarda e non uno o due esclusivi col Presidente della Regione e l’Assessore della Sanità.
Quale sarà il risultato? Almeno prossimo a quello di Moirano: blocco delle assunzioni, rarefazione del materiale sanitario essenziale nei reparti, scomparsa dei servizi in periferia al netto dei medici di base, grande pasticcio sul Mater Olbia ( su cui torneremo nei prossimi giorni in modo molto dettagliato) e circa 26 milioni di euro di ‘utile’.
Ebbene sì, il mitico Moirano avrebbe così ben gestito la sua azienda che, avendo avute assegnate le risorse, dopo aver fatto soffrire tutti i sardi è riuscito a ‘risparmiare’ 26 milioni. Non avere una visione della sanità come diritto, ma averne una che la derubrica a servizio, porta a queste aberrazioni: non bilanci chiusi in pareggio con buoni servizi erogati, ma feroci performance sul piano dei servizi in nome dei risparmi. Questo vuol dire governare i sardi odiandoli: subordinarli a logiche contabili con suprema indifferenza ai loro diritti.
Quale è stata la reazione dei sardi? Hanno speso 900 milioni di euro per pagarsi le cure mediche dove queste potevano essere garantite. In altri Paesi, come gli Stati Uniti, per molto meno hanno fatto una rivoluzione.