Ieri abbiamo raccontato della delibera che stanzia 25 milioni di budget per il Mater Olbia.
Per raggiungere questo tetto di prestazioni, con solo un terzo circa (60 posti) dei posti letto accreditati sul totale a regime (202), il Mater Olbia dovrebbe fare ecografie, Tac e risonanze anche agli augusti rappresentanti della specie canina residenti nei boschi e nei cortili galluresi.
Andando bene, il Mater Olbia ‘consumerà’ 8 o 9 milioni di euro di prestazioni; i restanti 16 andranno a coprire le prestazioni fuori budget delle altre cliniche private. Di fatto, lo stanziamento complessivo per la sanità privata è stato incrementato usando il Mater Olbia come vettore.
Questo è l’accordo che la sanità cagliaritana, da sempre critica verso il Mater Olbia, ha trovato col management della clinica olbiese: una quota dei 60 milioni di accreditamenti per il Mater, finché il Mater non va a regime, serve a incrementare i ricavi delle altre cliniche private.
Tutto questo significa incremento di spesa per la Regione, che ha deciso di coprirlo togliendo il denaro dai capitoli riservati a pagare i debiti della Regione stessa con gli Enti locali. Come qualificare questa operazione di copertura di nuove spese col denaro accantonato per pagare altri debiti certi? La possiamo definire “Operazione debito” ma anche “Operazione egoismo” perché è orientata a soddisfare non interessi generali, ma un equilibrio politico tra minoranze ricche della società e a garantire antichi impegni del Centrodestra col Qatar; in una parola è un’operazione di chi intende la politica come usurpazione di legittimazione popolare per consolidare il privilegio di pochi, il fallimento dello Stato, la rendita di pochissimi.