Il 20 giugno 2019 la Giunta regionale della Sardegna ha adottato questa delibera per il Mater Olbia (Allegati 1, 2, 3, 4). Si tratta dell’attuazione di una precedente delibera che prevedeva un aggiornamento del tetto del budget assegnato al Mater Olbia (nel febbraio di quest’anno tale tetto era stato fissato provvisoriamente in 834mila euro circa) per le prestazioni erogate, non appena si fosse proceduto all’accreditamento. Il tetto massimo di prestazioni remunerabili a favore del Mater è fissato in 60 milioni di euro l’anno, con la struttura a pieno regime, cioè con 202 posti letto accreditati.
Il 18 giugno è stata data notizia che il Mater è stato accreditato per 6o posti letto sui 202 accreditabili (cioè per il 32% delle possibilità).
Logica avrebbe voluto che il budget delle prestazioni massime erogabili per il 2019 fosse proporzionato ai letti accreditati e al tempo rimanente da qui alla fine dell’anno (6 mesi). Fatti un po’ di conti, il Mater avrebbe dovuto godere di uno stanziamento massimo per il 2019 di 9 milioni di euro circa (perché il 30% di 60 milioni è 18 milioni, diviso due dà 9 milioni). D’altra parte, per gli anni successivi al 2019, sui posti letto si immaginano ricavi pari proprio a 9 milioni di euro, e il resto, invece , lo si prevede prodotto dalla radioterapia.
Invece la delibera del 20 giugno stanzia per il 2019 per il Mater 25 milioni, ma, e qui sta il bello, la spesa viene coperta togliendo soldi al capitolo delle Perenzioni, cioè attingendo alle somme accantonate per pagare debiti della Regione che la Regione stessa sa di dover pagare. In genere le perenzioni riguardano gli enti locali, vuoi per Piani di sviluppo locale, vuoi, e più frequentemente, per lavori pubblici.
Eccoci dunque al punto: il Mater viene sovrafinanziato rispetto alla proporzionalità calcolata sui posti letto accreditati, e la Regione sceglie di pagare debito potenziale (le prestazioni che il Mater riuscirà a fare con i suoi posti letto freschi freschi) con debito certo. Chi rimarrà con i piedi scoperti? Ovviamente i Comuni, che vedranno i loro crediti scivolare all’anno prossimo. A meno che la Regione non predisponga un assestamento di bilancio con il quale togliere ad altri somme già stanziate ma non impegnate.
Non solo: il sovrafinanziamento del Mater ha in pancia un regalino alla sanità privata sarda: si prevede infatti che le somme eventualmente inutilizzate dei 25 milioni andranno a coprire prestazioni erogate da altri soggeti privati accreditati. Cioè, detto in italiano corrente: ciò che il Mater non utilizzerà andrà a aumentare il budget assegnato alla sanità privata, cioè, immagino, prestazioni fuori budget (i privati lavorano su tetti di spesa assegnati ogni anno).
Queste alchimie necessitano di un commento? Ma no, si commentano da sole.