Dopo giorni di dibattiti e discussioni (l’ultima ieri a Sassari), lentamente, man mano che la gente prende coraggio in un clima che definire inutilmente omertoso è dire poco, il quadro censurato dalla stampa sarda, in particolare dalla Nuova Sardegna, comincia a chiarirsi.
Cominciamo con il caso Solinas.
Dico subito che è un caso che si riduce (o si amplia, dipende dai punti di vista) a una domanda: che cosa è accaduto nell’Università di Sassari (che tace, ed è questo il suo errore) allo studente Solinas nel periodo compreso tra la data della sua elezione a senatore (4 marzo 2018) e la data della sua candidatura a Presidente della Regione per la sua coalizione (fine novembre 2018)? È per questa coincidenza cronologica (particolarità di percorso accademico coincidenti con un preciso periodo di percorso politico) che il caso Solinas diviene di interesse pubblico.
Tutto ciò che è accaduto negli anni precedenti il 2018 non ha profili anomali: gli esami sostenuti prima del 2008 (data del trasferimento dello studente da Cagliari a Sassari) sono stati correttamente svolti e registrati dopo la relativa delibera del Consiglio di Facoltà di allora; le frequenze degli esami che richiedono i crediti di un biennale, sono stati attribuiti per un’annualità all’ateneo di provenienza (in questo caso a Cagliari) e riportano la verbalizzazione nel 2018 perché sono dati che si riepilogano, per qualsiasi studente, all’atto del riordino e della verifica del fascicolo prima della laurea. Non vi è stato rischio di decadenza alcuna perché sono stati sostenuti due esami nel 2014, correttamente registrati nei successivi 15 giorni.
I problemi cominciano nel 2018. Solinas diviene senatore della Repubblica in primavera; a quanto documenta Il Risveglio della Sardegna, egli non è in regola col versamento delle tasse univesitarie degli anni accademici 2015/2016 e 2016/2017. I relativi versamenti sarebbero stati realizzati tra il 16 e il 24 ottobre 2018.
Qui cominciano le anomalie.
La carriera universitaria di Solinas subisce una consistente accelerazione negli ultimi novanta giorni del 2018.
Il 22 ottobre 2018 sostiene l’esame di Procedura penale, lo supera e l’esito viene correttamente (ai sensi del regolamento d’Ateneo) registrato il 30 ottobre, cioè entro i quindici giorni successivi alla data di svolgimento della prova. Il sistema dell’Ateneo sassarese funziona e le regole di registrazione trovano coerente applicazione.
Poi accade che il 30 novembre 2018 vengano registrati a sistema l’esame di Diritto civile e di diritto penale.
Diritto civile viene però verbalizzato come sostenuto il 10 aprile 2017; Diritto penale viene verbalizzato come sostenuto il 27 febbraio 2017. Successivamente il sistema riprende a funzionare correttamente: il 4 dicembre 2018, una settimana prima della laurea, Solinas sostiene un esame che viene registrato nella stessa data.
L’anomalia è rilevante: per Diritto penale e Diritto civile la verbalizzazione avviene più di un anno dopo la data dichiarata di svolgimento dell’esame e, a quanto dichiarato da Il risveglio della Sardegna, quando ancora lo studente Solinas non aveva provveduto a regolarizzare il versamento della tasse dovute per l’a.a. 2015/16 e 2016/17.
L’Università di Sassari inizia a verbalizzare on line dal 19 maggio 2015.
Si è detto che la verbalizzazione degli esami del 2017 era cartacea e che, pertanto, la tardiva verbalizzazione on line sarebbe una banale sanatoria dovuta al passaggio dal cartaceo al digitale. Tuttavia non sembra essere una spiegazione plausibile, perché l’ultimo regolamento per la verbalizzazione on line degli esami è dell’11 gennaio 2017 e prevede una sola eccezione all’obbligo dell’abbandono del cartaceo: gli ordinamenti antecedenti al DM 509 del 1999. In ogni caso, la procedura è definita ‘eccezionale’ e si prevede che sia autorizzata dal Direttore di Dipartimento. È questo il caso di Solinas? E dunque ci si dovrebbe aspettare la presenza di un’autorizzazione del Direttore del Dipartimento (che, peraltro, risulterebbe essere il relatore della tesi di Solinas) a verbalizzare, nel 2017, su cartaceo gli esami di cui sopra? Se così fosse, allora occorrerebbe che anche lo statino cartaceo abbia un numero progressivo che attesti chiaramente la sua coerenza con la data dichiarata. Un’autorizzazione del Direttore di Dipartimento datata invece 2018 che autorizzi una certificazione cartacea per il 2017 e una registrazione informatica nel 2018 aumenterebbe il sapore dell’anomalia.
Infine, l’università fraintende la tutela del diritto d’autore, che garantisce le tesi di laurea, con la secretazione, impedendo la presa di visione della tesi dello studente Solinas. Questo è incredibile, ma è accaduto.
Fin qui il caso Solinas.
Ma il caso Carpinelli è, a mio avviso, molto più impattante e sconvolgente.
Ho controllato non tutti ma quasi tutti i siti degli atenei della Repubblica italiana. Ad oggi non ne ho visitato uno nel quale i rettori e i senatori non pubblichino la loro denuncia dei redditi e il loro stato patrimoniale aggiornati, nonché i loro rimborsi per viaggi e missioni, specie, poi, se i viaggi, hanno avuto risonanza pubblica, come quello in Cina del Rettore turritano.
Non conosco altre zone franche degli obblighi imposti dalla normativa sulla trasparenza oltre quella ostentata e esplicita del sito dell’Ateneo sassarese. Sbaglio io? Continuerò a verificare.
Tuttavia penso di non sbagliare e mi chiedo perché tutti i sindaci della Sardegna e d’Italia, tutti i rettori e i membri dei senati accademici d’Italia, tutti i consiglieri regionali, gli assessori e i Presidenti di Regione d’Italia, adempiano all’obbligo di pubblicare i redditi, lo stato patrimoniale e i rimborsi e invece a Sassari questo non avvenga e non avvenga solo nell’Università sassarese, non nel Comune o nei comune della provincia, non negli enti regionali, non per i consiglieri e gli assessori cessati dalla carica. Avviene solo nell’Università di Sassari che dovrebbe essere il luogo di formazione dei futuri ceti dirigenti.
O c’è una norma di deroga sassarese che io non conosco, o c’è chi permette che tutto questo avvenga senza alcuna conseguenza.
Questa storia avrebbe potuto raccontarla un bravo giornalista, ma in Sardegna si è tornati ai tempi di Rovelli, e quindi mi sono assunto io il compito di far domande, di cercare risposte e di contare i giorni.