Ringrazio e ringraziamo tutti gli elettori che ci hanno votato.
Non era semplice sottrarsi a un clima elettorale altamente manipolato, spinto come mai prima ad annullare le proposte sulla Sardegna a favore degli schieramenti precostituiti sugli ideologemi italiani. Ciò nonostante, venticinquemila sardi hanno saputo riconoscerci come meritevoli della loro fiducia.
Si dice, a ragione, che l’elettorato non ha mai torto. È vero. Ma è anche vero che le elezioni non giudicano i torti e le ragioni, ma la popolarità delle posizioni. Noi possiamo continuare ad essere certi delle nostre ragioni, ma consapevoli che c’è un durissimo lavoro di informazione e di formazione da fare. Più l’ignoranza e la disinformazione crescono, più cresce l’odio e l’invidia sociale. Più essere colti e informati diviene un difetto, più aumenta il numero degli inadeguati investiti di ruoli di responsabilità.
La società sarda si sta culturalmente impoverendo. Il primo dovere morale è combattere questo declino. Dobbiamo lavorare, e io lo farò in prima persona, sull’informazione e la formazione. La cultura rende liberi, l’ignoranza apre la strada agli ignoranti prepotenti.
Grazie a tutti i candidati. Non era semplice lottare, non sarà semplice resistere.
La buona notizia è che gli indipendentisti sardi che hanno iniziato la campagna elttorale guardandosi in cagnesco, l’hanno conclusa abbracciandosi. Può essere un nuovo inizio.
Una raccomandazione a tutti: impedite ai fascisti di dirvi che siccome abbiamo perso dobbiamo tacere. Noi abbiamo perso, e io più di tutti, ma per farmi stare zitto mi devono ammazzare. Noi sappiamo che tra la verità e la convenienza abbiamo sempre scelto la prima. La verità è che la Sardegna ha bisogno di poteri sovrani e che questo comporta mettere in discussione l’ordinamento della Repubblica italiana, cioè comporta porre seriamente, e non come fa chi lavora sulle due patrie e sull’autonomia, il problema dei problemi, il problema dei poteri. La Sardegna ha bisogno di poteri. Il potere legittimamente esercitato è la soluzione della questione sarda, che è questione nazionale non questione economica. Questa verità è inattaccabile sotto qualsiasi punto di vista e ci dà la forza per combattere, resitere e amare.
Ci si vede sabato a Tramatza.