Oggi La Nuova, che si confronterà con noi nelle sedi opportune per il sondaggio fatto su quattro presidenti e pubblicato su 7 (abbiamo trovato il quarto testimone) ripropone le cifre farlocche del sondaggio SWG. Lo scopo? È evidente: fiaccare i nostri sostenitori e animare quelli impauriti del PD, lo schieramento dei 130 sindaci scomparsi. Ma non ci riusciranno. Noi sappiamo resistere a tutto perché abbiamo cose da dire e da fare. Anche Goebbels aveva fondato tutto sulle bugie, ma la storia lo ha punito.
La Nuova PD sente però il fiato sul collo della poca credibilità e oggi pubblica anche l’articolo sulla serietà metodologica. Adesso vi presento io SWG, la società sondaggistica più vicina al Pd.
Il 10 febbraio 2018, prima delle politiche del 4 marzo 2018, SWG stimava che il Movimento 5 Stelle prendesse il 26,3%.
Alle elezioni vere, il Movimento 5 Stelle ha preso il 35,9 alla Camera e il 35,5 al Senato. Un errore di quasi 10 punti, cioè di milioni di voti stimati in meno.
Il 10 febbraio 2018, prima delle politiche del 4 marzo 2018, SWG stimava che il PD prendesse il 21,3%.
Alle elezioni vere, il PD ha preso il 17% alla Camera e il 16,2 al Senato, cioè dal 4 al 5% in meno rispetto alla previsione, cioè milioni di voti.
Questa è l’unità di misura: in più al PD, in meno agli altri.
Stesso giochino col sondaggio della Nuova, con in più una metodologia di rilevamento che scandaglieremo fino al centigrammo e con un metodo statistico a matrioska che vi racconto.
Il sondaggino-favorino dei “più al PD” e dei “meno agli altri” (noi addirittura condannati all’inesistenza) per fiaccare in primo luogo noi che diamo tanto fastidio al PD – e siamo incentivati a farlo ancora di più – fa un’operazione simpaticissima.
Immagina che vada a votare il 54% degli elettori e lo considera il suo universo, quindi lo assimila a 100.
Poi stima che su questi 100, il 28% sia indeciso, ma vada a votare.
Poi fa un salto carpiato triplo con avvitamento a sinistra: toglie gli indecisi (il 28%) che comunque andranno a votare, prende il residuo 72% (che in realtà è solo il 39% del totale, perché è il 72% del 54%) e lo fa diventare nuovamente 100 e su questo 100 (che il realtà e poco più di un terzo) calcola le sue percentuali, sempre con le domande su quattro presidenti su sette.
Et voilà les jeux sont faits.