C’è un clima rivoluzionario in Sardegna. La gente capisce che il rito dei programmi elettorali, con l’elenco dei problemi e delle soluzioni, ha un qualcosa di falso, sa di presa in giro. Perché, in fin dei conti, le cose che si possono fare sono marginali rispetto a quelle essenziali che invece sono vietate dall’attuale ordine dei poteri.
I sardi che vivono in Italia e all’estero lo sanno più degli altri.
Non si tratta di dividersi sulle cose da fare, ma di unirsi per poterle fare.
La questione sarda è questa: la negazione ai sardi dei poteri su se stessi. L’educazione dei sardi ad aver paura del futuro.
Adesso però sta accadendo che siamo riusciti a mettere in campo un gesto rivoluzionario e semplice.
Non l’assalto alla Bastiglia. Non le auto incendiate per strada. Non la violenza e il disprezzo.
No.
Abbiamo messo in campo un voto legale che smentirà la Costituzione italiana. Ricordatevi sempre come si vota.
Da casa, in silenzio e senza che alcuno lo veda, ogni sardo potrà dire allo Stato italiano, all’Europa e al mondo, che non è vero che l’Italia è una e indivisibile: c’è la Sardegna.
Facciamola civilmente pagare con un voto a tutti quelli che ci hanno disprezzato nei secoli e negli anni, a tutti quelli che educano alla subordinazione, che invitano a chiedere l’elemosina, che si prendono i nostri cervelli migliori, che stanno distruggendo la nostra scuola, che vogliono ridurrre a licei le nostre università, che ci tengono prigionieri con aerei e navi monopoliste, che ci fanno perseguitare con le tasse e l’Agenzia delle entrate.
Dimostriamo che sappiamo prima affrontare la questione principale, la libertà, e che poi noi sappiamo risolvere i nostri problemi meglio di altri.
Questa volta, o ci arrestano o non ci fermano, e siccome sono anni che ci prepariamo alla galera, non ci fermano neanche se ci arrestano.
Sembra banale, ma soltanto dire che esiste la Nazione Sarda svela la menzogna di Stato dell’Italia che invece la nega.
E dopo aver detto che la Sardegna è una Nazione, sappiamo dimostrare, perché lo abbiamo già fatto, che sappiamo governare i nostri problemi meglio di qualunque altro.