Oggi siamo costretti a leggere un comunicato di tutti i partiti che si riconoscono nel centrodestra italiano, compreso il Psd’Az, che dichiarano di non volere parlare con noi proprio per la nostra politica che pone prima la Sardegna e i suoi interessi nazionali e dopo le militanze. Prima per noi c’è l’idea della costruzione di uno Stato Sardo, da farsi rispettando le leggi e col consenso della gente, bandendo ogni ribellismo e lavorando sodo sull’educazione, la cultura e lo sviluppo. Noi siamo per un’Europa che non è né quella dei regolamenti immutabili di Juncker né quella dell’autoritarismo e del nazionalismo di Orbàn. Siamo per l’Europa dei popoli, un’Europa federalista e non burocratica, libertaria e democratica. Siamo per una visione critica della globalizzazione e dei poteri che la animano e la governano, siamo per la coscienza del rischio dello sviluppismo, siamo per la difesa del maggiore valore dell’uomo rispetto al mercato.
Poi c’è il nostro programma fondato su una politica competitiva coi Governi italiani come luogo di maturazione di una coscienza nazionale e di una una cultura di governo che tenta con pazienza di piegare agli interessi nazionali della Sardegna qualsiasi azione politica della Sardegna, di qualunque segno sia da un punto di vista delle categorie del sistema politico italiano, che cerca di insegnare un punto di vista costantemente competitivo con i governi italiani, di qualunque segno essi siano.
Poi c’è il nostro progetto di convergenza nazionale dei sardi, cioè di costituzione di un livello alto di unità dei sardi per aggredire i punti strategici della questione sarda: più poteri, più diritti, più ricchezza. Esemplifico per capirci. Noi non chiediamo di aver sgravi fiscali, noi chiediamo due cose più esigenti: 1) la Commissione d’inchiesta sull’operato dell’Agenzia delle entrate in Sardegna; 2) i poteri fiscali per la Sardegna.
Noi non chiediamo la grazia, chiediamo e cerchiamo di ottenere i poteri che ci competono.
Capiamo di essere stati scelti come avversari e ne siamo onorati, perché siamo certi di essere stati scelti perché abbiamo un’idea statuale, libertaria, democratica della Sardegna. Sfida raccolta. Vediamo che succede a Abbasanta il 23. Qualunque cosa accada non ci impedirà mai di sederci fino all’ultimo istante con chiunque voglia unire e non dividere la Sardegna.