Se ti abituano da piccolo a pensarti come un incapace, è difficile che da grande tu acquisisca fiducia in te stesso.
Questa malattia del senso costante d’inferiorità ha colpito e colpisce spesso anche i Presidenti di Regione, ma è più diffusa, direi capillarmente diffusa, nelle nostre coscienze e ci porta a leggere ogni evento secondo il punto di vista negativo che ci è stato conculcato negli ultimi due secoli. Ieri si è verificato l’ultimo episodio. Questa volta l’argomento è il fisco.
Ieri, sempre dopo Il Sole 24 Ore, che a sua volta ha divulgato cifre della Banca d’Italia, i media sardi hanno diffuso i dati sulla pressione del fisco locale sui redditi familiari, cioè sull’incidenza sui bilanci familiari dei tributi comunali e regionali, quelli, per capirci, fissati da noi sardi per noi sardi.
La notizia divulgata è che l’incidenza sul reddito familiare della Sardegna, pari al 3,5%, è più alta che nelle regioni del Nord Est, le cosiddette regioni ricche. Conclusione: siamo poveri e la regione Sardegna e i Comuni della Sardegna opprimono fiscalmente questa povertà.
Ma se andiamo a leggere le fonti con occhi meno subordinati, scopriamo che:
1) il prelievo medio in Italia per tributi locali è diminuito nel 2018 (-0,7% rispetto al 2016/2017) e si attesta sulla somma di 1.672 euro l’anno (circa 140 euro mese);
2) la Sardegna preleva in valore assoluto meno della media nazionale italiana (1.526 euro) e sta (in compagnia della sola Basilicata tra le regioni meridionali, tutte le altre sono del Nord) dentro il gruppo di 10 regioni che hanno un prelievo sotto la media nazionale;
3) la Sardegna è passata da un prelievo di 1.495 euro a un prelievo di 1.526, cioè ha incrementato le sue imposte locali di 31 euro l’anno, cioè di 2,5 euro al mese, cioè di 8 centesimi al giorno e ciò nonostante è rimasta dentro la pattuglia delle regioni con pressione inferiore alla media nazionale italiana in una fase in cui questa è diminuita di quasi un punto percentuale.
Che cosa ha finanziato la Sardegna con 8 centesimi n più di tasse al giorno?
Ha finanziato la fuga dello Stato dai Comuni (stimata dall’Anci in 2,6 miliardi in dieci anni) e ha finanziato il crescente contributo della Regione agli Enti Locali, denunciato dalla Commissione Bilancio del Consiglio regionale, cui non è corrisposto, come accaduto in altre regioni, l’azzeramento degli accantonamenti da parte dello Stato (siamo arrivati a più di 1,5 miliardi sottratti alla Sardegna che nel frattempo si è pagata integralmente la sanità e parzialmente (cioè a parte il contributo alla continuità territoriale concesso da Delrio per tre anni) i trasporti.
Quindi?
Quindi i fatti sono che i sardi sono riusciti a colmare i tradimenti e le appropriazioni indebite dello Stato italiano, con un incremento di 8 centesimi di tasse locali per famiglia, a fronte di un ammanco di qualcosa come 4 miliardi di euro.
Come si vede, la prospettiva cambia sull’autostima e sul sacrificio. Il problema è avere una testa ed essere educati da uomini liberi.