Ieri abbiamo pubblicato i dati 2015 sul riscosso da Equitalia ogni 1000 abitanti, rivelando ai giocosi media sardi che la Sardegna era, in quell’anno, la seconda regione d’Italia nella quale Equitalia (oggi Agenzia Entrate Riscossione) riscuoteva di più con gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate.
Per capirci: questi incassi sono quelli derivanti dagli accertamenti, ossia da quelle attività messe in campo contro quei contribuenti che l’Agenzia ritiene abbiano dichiarato meno di quel che dovevano dichiarare.
Ancora per capirci: i premi di dirigenti e funzionari dell’Agenzia sono legati all’entità del riscosso attraverso queste attività di accertamento.
Oggi pubblichiamo i dati del riscosso ogni 1000 abitanti per l’anno 2016. Come si può notare, passiamo in prima posizione in Italia e ciò accade nonostante si sia registrato un lieve incremento della popolazione. Mi spiego: se il riscosso aumenta percentualmente all’aumentare della popolazione, significa che l’azione di riscossione è stata più intensa dell’anno precedente.
Noi a settembre vogliamo riunire il popolo, raccontare le tante vicende di persone normali finite in un girone infernale di accertamenti generati da sospetti e di patrimoni volatilizzati per eccesso di pressione fiscale e di pressione parapoliziesca in sede di accertamenti.
Vogliamo raccontare come si fanno gli accertamenti anche in banali trattorie, con dispendio di uomini e mezzi per bloccare le uscite manco si tratti di bloccare mafiosi.
Vogliamo raccontare con quali toni avviene il confronto con gli apparati dello Stato italiano.
Vogliamo raccontare le conferenze stampa fatte prima che la presunta evasione sia stata definitivamente accertata.
Aiutateci a far parlare le vittime.
Mandateci storie, indicateci persone da intervistare, storie, aiutateci a mettere insieme i dati di una persecuzione che dura da troppo tempo con metodi inaccettabili e da Stato di Polizia.
Rassicuro i miei lettori (tanti) e i miei amici (pochi): ieri non mi è arrivato alcun avviso di garanzia, nonostante sia uscito, sia andato in Facoltà, abbia parlato con studenti e colleghi, abbia ricevuto gente, sia andato a votare il coordinatore del mio Corso di Studi, abbia faticato e sudato, perché c’era caldo. Per il momento nessuno ha ritenuto di ravvisare in queste attività fisiche, biologiche e culturali un reato. È già qualcosa.