Abbiamo detto da subito che il cambio di nome da Meridiana a Air Italy non era banalmente un’operazione di maquillage.
Dietro il cambio di nome c’era l’esplicita volontà di fare della compagnia una compagnia italiana, con basi e logistica in Italia.
Questa strategia sta privando la Sardegna di alte competenze possedute per una volta da sardi. È un interesse nazionale dei sardi mantenere e aumentare le competenze di eccellenza maturate. Quale istituzione è in grado di essere stringente con Air Italy?
Meridiana Maintenance, la società di manutenzione del gruppo Air Italy, da più di 50 anni mantiene ad altissimi standard di sicurezza e di qualità le flotte di Alisarda, prima, e Meridiana poi. Oggi continua a svolgere egregiamente il suo compito seppur con mille difficoltà.
La società conta circa 230 dipendenti (in calo rispetto a pochi anni fa), di cui oltre la metà sono tecnici certificati dai preposti enti di sorveglianza; non è un caso che i tecnici sardi siano considerati tra i migliori del settore.
Attualmente l’azienda punta a rafforzare la sua presenza nell’aeroporto di Malpensa e quindi concentra una maggiore quantità di personale tecnico in loco.
La manutenzione, è bene ricordarlo, si divide in manutenzione di linea e di base: la prima segue gli aerei durante le attività quotidiane e di volo, la seconda si occupa delle revisioni maggiori e si svolge con l’aereo in hangar.
Entrambe le manutenzioni seguono rigidi standard di sicurezza e qualità.
Attualmente sono in corso i primi 25 trasferimenti permanenti di tecnici da Olbia verso Malpensa, che si completeranno entro l’estate, i quali se da un lato garantiscono un supporto alle operazioni in Lombardia, da un altro non preannunciano nulla di buono per la sopravvivenza della storica base sarda.
Non è per nulla chiara la strategia di mantenimento della base di Olbia, specie rispetto alla parte di maggior valore, rappresentata dalle attività di revisione (hangar). Ciò significa che se oggi su Malpensa sarà garantita la manutenzione di linea (quotidiana), non è così certo che la manutenzione di base si continui a svolgere ad Olbia potendo anch’essa, nel tempo, essere dirottata altrove.
Il rischio concreto è che i tecnici sardi, nel momento in cui vengono trasferiti a Malpensa, possano accettare offerte più remunerative da altre compagnie aeree per non spostarsi. L’azienda reagirebbe continuando a spostare tecnici da Olbia per compensare le perdite, e la sede sarda si impoverirebbe sino a scomparire a favore, forse, di altre sedi. Questo ultimo scenario apparentemente lontano è in realtà molto vicino; alcuni tra i primi tecnici trasferiti in Lombardia stanno già dando le dimissioni per entrare in altre compagnie.
La Sardegna può e deve trovare anche nelle logiche aziendali nuove opportunità di crescita e sviluppo.
In un mercato competitivo dove la scarsità dei tecnici è un dato di fatto, Olbia rappresenta un fiore all’occhiello da preservare e ancora di più da sviluppare, specie se si pensa a realizzare nuovi posti di lavoro altamente qualificati. Noi vorremmo che Olbia ridiventi un centro di eccellenza per la manutenzione aeronautica aprendosi inoltre alla formazione dei futuri tecnici aeronautici, sia per creare il giusto serbatoio di posti di lavoro locali, ma anche pensando a internazionalizzare l’offerta. Olbia non può prescindere dal suo aeroporto e non solo per il crescente numero di passeggeri in transito, ma soprattutto per le competenze che i suoi operatori tecnici hanno maturato nel tempo.
Olbia è baricentrica nel Mediterraneo e può essere un riferimento per l’assistenza tecnica di tutta Europa; in un momento in cui il mercato della manutenzione è in ripresa, diversi potrebbero essere gli attori interessati a sviluppare in partnership le attività di manutenzione presso la sede di Olbia, purché l’azienda si apra al mercato come storicamente ha fatto negli anni passati, garantendo posti di lavoro ed eccellenza.
Una cosa è certa. I tecnici da Olbia non si spostano in blocco e se questo dovesse succedere verranno probabilmente acquisiti con offerte migliori da altri competitor impoverendo comunque l’azienda, Olbia e la Sardegna. Noi non vogliamo nulla di tutto questo. Lavoriamo insieme per mantenere in Sardegna il know how e formiamo i giovani tecnici del futuro.