Francamente non vorrei più occuparmi dell’Anas, ma non posso neanche tollerare che faccia e dica un po’ quello che vuole in e sulla Sardegna.
L’ultimo episodio è questo.
Sul Sole 24ore del 16 novembre 2017 è apparso questo articolo.
Vi si legge preliminarmente questa dichiarazione del presidente dell’Anas Armani:
«Ho incontrato Cantone e abbiamo avuto un chiarimento efficace: l’accordo quadro per la manutenzione programmata si può utilizzare, senza limiti, consegnando alle imprese il progetto esecutivo nel momento dei contratti» a valle «dell’accordo plururiennale. Siamo dunque ripartiti con i bandi e possismo confermare il miliardo di euro entro l’anno che abbiamo annunciato il 4 ottobre alla presentazione del Piano investimenti.
Invece, purtroppo, dobbiamo accantonare la nostra idea di utilizzare gli accordi quadro per insiemi di nuove opere, come nel caso della gara per la 131: i bandi previsti per 1,5 miliardi subiranno perciò un rallentamento, dovremo rivederli».
Quindi da questa prima affermazione risulterebbe che i bandi previsti per gli svincoli della SS 131 nord della Sardegna, quelli da me contestati col sostegno solo della struttura dell’Assessorato e di nessun altro e sui quali altre istituzioni fecero spallucce o diedero paternalistiche rassicurazioni, andranno rifatti.
Ma, subito dopo, il Sole24ore dice che: Armani spiega però che la gara per la 131 (tre lotti per 135 milioni di euro, scadenza per le offerte il 22 giugno scorso) sta andando avanti perché «rientra nella fase transitoria del Codice». «Ci sono molte offerte e nessun ricorso» aggiunge Armani”.
Che cosa vuol dire? Impossibile capirlo. La gara va avanti ma dovrebbe fermarsi perché i bandi vanno rivisti o le gare sugli svincoli della SS 131 vanno comunque avanti?
Ma non è finita qui. Subito dopo Armani afferma: «Per ora dobbiamo rivedere i progetti e i bandi, dovremo fare le progettazioni esecutive e metterle a gara una per una, comunque penso che alcuni bandi possano già arrivare quest’anno, gli altri nel 2018». Dunque, sembrerebbe che anche per la Sardegna si debba procedere all’approvazione dei progetti esecutivi e poi rimettere a gara le opere, esattamente come la Sardegna aveva sempre sostenuto, sebbene nella solitudine assessoriale e dirigenziale di cui sopra.
Ieri, il mitico ufficio stampa dell’Anas ha divulgato questo comunicato stampa dal quale si apprende che il Cda dell’Anas ha nientepopodimenoche approvato il progetto definitivo e autorizzato a redigere il progetto esecutivo dei nodi critici, cioè ha fatto con oltre due anni di ritardo ciò che si era impegnata a fare nel dicembre 2015. Inoltre, non si sa se i progetti approvati siano quelli assentiti dalle amministrazioni locali oppure no.
Una beffa istituzionale di un’azienda di Stato che si permette di tutto perché è protetta dallo Stato italiano ma anche perché quando fa qualcosa, puntualmente con circa tre anni di ritardo (vedi il rattoppo della SS 554 bis) riceve anche il plauso dei sardi, mentre i sardi tacciono quando l’Anas abbandona le opere della Sardegna (Monte Pino, Lotto 2 della Sassari Olbia; i lotti sulla SS 125; la vergognosissima SS 195 della quale si tornerà a palare l’estate prossima) e le abbandona perché pretende di seguirle dai corridoi del suo palazzo romano. Ripeto: meno inaugurazioni in Sardegna, perché non è proprio il caso, e più presenza in Sardegna di livelli decisionali adeguati. Facciamoci la nostra Anas. È necessario per la dignità e la libertà.