Mentre delle bravissime persone catalane stanno in galera, in Spagna, per aver fatto politica in modo legale, pacifico e democratico; mentre quelle stesse persone, che marciscono in carcere per non aver commesso alcun delitto ma solo per aver cercato di costruire un nuovo stato secondo le forme legali e democratiche di cui l’Europa si riempie la bocca e i polmoni, preparano le elezioni catalane e volano nei sondaggi, in Italia si sono svolte le elezioni siciliane.
Il risultato è molto confortante per le forze dell’indipendentismo democratico.
Infatti, come già sapevamo, i due partiti che da decenni egemonizzano la politica della Repubblica italiana, si sono fermati a percentuali che non consentono loro alcuna egemonia.
Forza Italia, che sta dentro la coalizione vincente, ha preso il 16,4%.
Il Pd, che stava dentro la coalizione perdente, ha preso il 13%.
I Cinque Stelle non riescono a uscire dal loro splendido isolamento e congelano all’opposizione un terzo dell’elettorato.
In Sardegna la vittoria è nelle mani delle forze dell’indipendentismo democratico. Per almeno due motivi.
Questa area ha un’anima, ha un cuore che pulsa, ha la forza non solo delle idee ma anche delle motivazioni e delle emozioni.
Questa area ha classe dirigente, ha capacità di governo. I 150 amministratori che hanno firmato l’appello per la Catalogna lo hanno fatto da indipendetisti democratici, da persone con un grande ideale ma anche grandi capacità amministrative.
Ci siamo. È il momento giusto.