di Paolo Maninchedda
L’Unione Sarda riporta alcune battute scambiate con me ieri sera sui disservizi causati da una gestione ottusa, centralistica, prepotente e insopportabile dell’Anas del patrimonio infrastrutturale e cantieristico della Sardegna.
Mi pare che comunque tra i sardi stia maturando la consapevolezza, a tutte le latitudini politiche, che non è più ragionevole e degno far gestire il nostro sistema di trasporti a società italiane che trattano la Sardegna come una periferia della periferia, che si pavoneggiano di ogni centimetro della Sassari-Olbia aperto come se si trattasse dell’esito del loro lavoro e non del nostro, e invece si nascondono quando le strade crollano e ci vogliono anni per ripararle o quando un’impresa lavora a rilento in disprezzo della sicurezza e dell’economia. Proprio le inanimate infrastrutture testimoniano dell’urgenza di una coscienza nazionale sarda che sappia interpretare modernamente i nostri desideri e diritti di sviluppo e di felicità.
Questo il testo della mini-intervista:
“Tre esposti alla procura e, secondo voci per ora non confermate, un quarto in arrivo. Non servirebbe altro per raccontare lo stato dei rapporti tra Anas e Regione Sardegna. Un tempo si parlavano: hanno lavorato per sbloccare uno dei cantieri-simbolo della 131, quello di Villasanta, avevano quasi ultimato gli interventi post alluvione e riaperto la statale 128, incompiuta storica. Poi? «Poi il capo compartimento e il progettista capo sono stati trasferiti e tutto è stato centralizzato. Il risultato è stato un provato aumento delle inefficienze», racconta l’assessore regionale ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda, che ammette: «Io e il presidente dell’Anas Armani non ci parliamo da mesi e lo scontro, ormai, è durissimo». La prova è nell’abbondanza di carte bollate. Un esposto alla procura di Tempio, uno a quella di Sassari (entrambi su lotti della Sassari-Olbia) l’ultimo a quella di Cagliari sul cantiere infinito della Nuova 195. Una segnalazione arrivata dopo lettere e solleciti all’Anas sulla lentezza dei lavori.
Su tutto questo Maninchedda ha informato anche il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio con il quale ha discusso di persona il 16 marzo scorso.
Eppure a leggere una nota dell’Anas diffusa nei giorni scorsi sullo stato dei cantieri nell’Isola la situazione è sotto controllo, anche sui due cantieri più discussi: quelli della Nuova 554 e della Nuova 195. «Ho visto il comunicato, è comico ai limiti del ridicolo. Basti citare solo i cosiddetti punti critici della 131 che, dicono, sono in progettazione esecutiva. Ma lo sono da ottobre 2015. È il più lungo tempo di gestazione che la natura conosca».
Tutto questo rende matura la vecchia idea di Maninchedda di istituire una società sarda che gestisca le infrastrutture. «Ora sembra che tra i partiti ci sia un consenso tanto che un disegno di legge istitutivo è già stato inserito nel database della Giunta digitale». L’assessore sostiene di avere la prova che la Regione gestirebbe le sue infrastrutture molto meglio dell’Anas: «Sulla Sassari-Olbia, per esempio, abbiamo noi la cassa e grazie a un durissimo lavoro di controllo è uno dei pochi grandi appalti che non ha avuto alcuna lievitazione dei costi»“. (f. ma.)