di Paolo Maninchedda
Auguri a tutti.
Non è obbligatorio essere felici a Natale. La felicità non ha un calendario e tendenzialmente è propria degli attimi, non dei giorni.
Gesù non è nato il 25 dicembre e tutti lo sappiamo. Però sappiamo altrettanto bene che è nato davvero.
Noi siamo esseri eterni che fanno, per motivi incomprensibili, un’esperienza materiale, un’esperienza di prigionia dentro bisogni biologici, piaceri fugaci e più o meno nobili, malattie, preoccupazioni, lotte inutili, stupide gare di gerarchia e di ruolo.
Dentro questo pasticcio, amiamo.
Dentro questo pasticcio, sentiamo un desiderio di compimento, di eternità e di diversità da ciò che siamo che nessuno riesce a colmare.
Questa sproporzione tra ciò che siamo e ciò che sentiamo come nostro destino naturale è la radice della bellezza dell’umanità.
Nella nostra drammatica e immeritata imperfezione brilla un desiderio struggente di felicità.
Ascoltate e guardate Hallelujah di Cohen cantata da questa bambina autistica (cliccate qui) e pensate al perché il dio cristiano ha sempre comunicato di non essere fuoco ma brezza.
Auguri a tutti, anche a quelli che non li vogliono e hanno più di una ragione per non gradirli. Noi uomini non siamo in grado di essere un conforto vero per i nostri simili. Dobbiamo rivolgerci ad altro, un altro che attendiamo da sempre e che mai si compie completamente.
Comments on “La sproporzione tra il nostro desiderio e il nostro limite”
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Auguri così belli non possono che essere graditi; attraversano l’apparente banalità del quotidiano rivelando la profondità di significato cui esso, anche inconsapevolmente, aspira.
Ricambio di cuore
Grazie Paolo. Un caro augurio anche a tutti voi