di Paolo Maninchedda
Il maltempo mette sempre a dura prova tutta la Sardegna. Ogni volta che piove c’è qualcosa che crolla, qualcosa che si allaga, più di un disagio che colpisce una o più persone. Tuttavia, di fronte a queste difficoltà si registrano due atteggiamenti degli uomini politici e dei funzionari e dirigenti coinvolti nel superamento dell’emergenza.
C’è chi lavora tutto l’anno a migliorare le procedure, a verificare le strutture, ad esser pronto per le emergenze, a spiegare ai cittadini che in tutto il mondo le emergenze climatiche producono disagi e danni e che occorre stringersi in un forte vincolo di fattività operosa per superarle, e chi invece, come unica soluzione, o protesta o si lamenta. Per carità, è più che legittimo sia protestare che lamentarsi, ma per costruire uno Stato che risponda al nostro giusto desiderio di libertà e di sviluppo, sono migliori gli atteggiamenti più costruttivi, soprattutto quando hanno motivi reali per esserlo.
Eravamo e siamo ancora in emergenza idrica, mancava e manca l’acqua. Adesso sta piovendo troppo in un tempo molto concentrato, dobbiamo fronteggiare la situazione e tenerci la maggior quantiotà d’acqua negli invasi.
Molti sindaci hanno avuto un comportamento esemplare. Oggi sentire il tg mattutino di Videolina affermare che «per fortuna il piano di protezione civile ha funzionato» mi ha deluso. Perché «per fortuna»? Ha funzionato perché sindaci, abitanti, forze della protezione civile e quant’altro hanno lavorato bene e stanno lavorando bene perché l’emergenza non è finita.
Far funzionare bene tutte le istituzioni coinvolte (ieri l’Enas era in contatto ogni minuto con i sindaci di Posada e Torpé per monitorare la piena del Posada e tenere sotto controllo la diga di Maccheronis che ha invasato in una notte 26 milioni di metri cubi d’acqua e ha svolto bene – fin’ora – il suo lavoro di laminazione della piena) è un merito, non un caso.
Se funziona bene la Protezione civile si risparmia. Mi spiego. Ieri mi ha chiamato il sindaco di Loiri Porto San Paolo che era in campo a garantire l’incolumità dei suoi cittadini. Un ponte di campagna era sommerso e una frazione del paese era temporaneamente isolata; lui mi ha ricordato che aveva chiesto un finanziamento per ‘alzare’ il ponte. Io gli ho risposto che ero pronto ad andare al suo paese a spiegare che se la Regione finanziasse tutti i ponti che nelle campagne attraversano torrenti e fiumi con una luce ormai inadeguata ai nuovi regimi idraulici, non basterebbe un intero bilancio della Regione e avremmo un paesaggio sardo costellato di tanti ponti di Rialto. Invece, dobbiamo imparare a fare come fanno gli americani: interdire l’uso delle infrastrutture in condizioni meteo avverse, fare bollettini di allerta con largo anticipo, in modo da consentire ad allevatori , contadini e residenti nell’agro di mettere in sicurezza se stessi e i propri beni; non temere le critiche per le sfasature tra la previsione e l’evento – è normale e comunque protegge le persone e le cose. Tutto questo costa molto meno ed è altrettanto efficace.
Insomma, vorrei solo dire che i sindaci dei paesi, le popolazioni, la macchina della protezione civile, il sistema di previsione, il sistema di gestione delle dighe, fino ad ora non è andato male, perché non esserne soddisfatti? Perché non apprezzare la nostra maturità e la nostra organizzazione? Appena rispunterà il sole conteremo i danni, faremo i sopralluoghi e tutto ciò che serve in queste circostanze, ma ora si può dire a tanti uomini comuni che si occupano dei loro concittadini, nei comuni, nei corpi della protezione civile, nella Regione, che sono stati uomini responsabili e capaci?
Si può essere contenti del comportamento di un popolo? Io credo di sì e credo che questo faccia più bene all’anima o, per chi non ci crede, alla società, delle consuete giaculatorie lamentose della tradizione autonomistica.
Sono disponibile, a titolo gratuito, ad effettuare sopralluoghi laddove si ripetono allagamenti nonostante gli interventi effettuati (ho appena sentito di Oliena)
Prima di proporre qualsiasi tipo di intervento, occorre CAPIRE perchè il fatto si ripete, ed evitare di sperperare soldi pubblici per ripristinare le opere come erano (vedi ad Olbia il ponte sul Rio Siligheddu)
Complimenti per Abbanoa, un magnifico articolo stamane sul L’Unione Sarda
Concordo pienamente su tutto, ma per una maggiore sicurezza, bisogna realizzare una diga di laminazione a monte della diga diga Maccheronis. Il Bim della attuale diga è troppo grande, per le sue capacità. I cittadini di rischiano ogni qualvolta ci saranno dei forti temporali. Penso che sia neccessario iniziare ad affrontere il problema. La diga sul Temo è stata costruita per la laminazion.
Lula.. 21/12/16 Saluti
Liberato Satta