di Paolo Maninchedda
Si chiama inerzia, si legge abitudine.
Anche giornalisti e cronisti dinanzi alla realtà che cambia non riescono a trovare nuove parole, nuovi concetti, nuove impostazioni narrative per raccontare ciò che sta accadendo.
Provo a dare un contributo sulle notizie di ieri e avantieri.
Test di medicina Come ogni anno i risultati dei test di ammissione alle Università sarde e italiane svelano una difficoltà degli studenti sardi ad accedere alle facoltà a numero chiuso, in testa Medicina. La prima domanda è: le scuole sarde preparano adeguatamente gli studenti? Siamo più ignoranti degli altri o meno allenati alla forma del test? Quali scuole hanno conseguito più ammissioni e quali più bocciature? Quali relazioni intercorrono tra questi risultati e i dati provenienti dall’Invalsi per la scuola media inferiore? Chi ha indagato queste relazioni e questi problemi in modo da ricavarne indicazioni di politica educativa e di politica culturale? Perché paghiamo un sacco di ricerche, fatte tutte su dati Istat, e non sappiamo una cipolla di questo universo impattante sulla vita di noi tutti?
Formaggi Non si è capito nulla di ciò che si sta cercando di fare per creare a costo zero (almeno in termini di fiscalità pubblica) per tirare su il prezzo del formaggio, posto che il prezzo fissato per il latte (0,50 – 0,55 al litro) è quasi un prezzo al costo. Banalmente si sta cercando di finanziare rotativamente le scorte, né più né meno di come si fa da anni sul Parmigiano Reggiano. A finanziare sarebbero le banche, a garantire i Consorzi fidi. In poche parole si tratta di finanziare circa 50 milioni di euro di formaggio che sta nei magazzini e, in questo modo, frenare i ribassi, scoraggiare le vendite sottocosto che hanno caratterizzato gli anni passati, e far apprezzare il prodotto senza alterare il mercato. Man mano che si vende, il debito rientra e la scorta viene rifinanziata. Nel frattempo si sviluppa la strategia sull’interprofessionalità che rimane l’orizzonte di lungo periodo.
Pannelli solari Ieri il Consiglio regionale della Sardegna si è schierato contro le speculazioni sul solare termodinamico che si vorrebbero far passare non per quello che sono, affari, ma addirittura come investimenti strategici per la Nazione Italiana, fino al punto da consentire l’esproprio di un’azienda privata. La sostanza di questo voto, la sostanza politica, sfuggita a molti degli intervenuti ma molto chiara ai più informati, è che questo no è detto dritto in faccia a chi c’è dietro questa iniziativa, che è un conglomerato politico-amminsitrativo incardinato nell’entourage del Governo Renzi. Quindi ieri, per la prima volta, si è detto un no sapendo di dirlo non solo e non tanto alla società proponente, ma al potere avvallante.
Aeroporti Ieri la notizia principale è che il più forte costruttore della Sardegna, l’ingegner De Pascale, non appena eletto Presidente della Camera di Commercio di Cagliari ha detto due cose importanti: 1) bisogna mettere mano allo spazio della Fiera campionaria (e finalmente, perché è terribilmente invecchiato); 2) non è certo che la Camera di Commercio riesca a reggere la società di gestione dell’aeroporto di Cagliari. Questo è il miglior annuncio per l’aeroporto di Alghero e per una strategia sugli aeroporti della Sardegna, come si può capire dall’intervista dell’assessore Deiana all’Unione Sarda.