di Paolo Maninchedda
Oggi L’Unione dà la notizia della richiesta all’Anas, a mia firma, di revocare l’appalto della Sulcitana SS 195 alla Grandi Lavori Fincosit. Notizia vera, fondata e sacrosanta. Ben venga il titolo di oggi. La Sardegna ha bisogno di chi racconti il vero volto delle grandi imprese italiane che vincono gli appalti sardi con abili strategie di gara e poi si accomodano e fanno un po’ quello che vogliono. Il mio mandato è iniziato con la guerra al cantiere bloccato sulla SS 131, dovuto proprio ai contenziosi con un’impresa italiana. Bene: la guerra continua. Continuerà con Grandi Lavori Fincosit e col suo presidente Vito Gamberale. Continuerà con il Consorzio CCC, titolare dell’appalto per il Lotto 9 della Sassari-Olbia, che ha un contenzioso con le imprese sarde che ne hanno materialmente realizzato il 70%, che adesso ha intrapreso un nuovo corso verginale con il Consorzio Integra e pretende che la Sardegna aspetti il decorso della naturale crescita della (finta) nuova creatura. Tolleranza zero. Stessa richiesta di rescissione inviata per la SS 195 è stata inviata per l’appalto del Lotto 9 del Consorzio Integra, con tanti saluti all’ambizione all’illibatezza burocratica. Siamo a un pelo dallo scontro con l’impresa De Sanctis, che ha vinto l’appalto su uno dei due stralci della SS 125 e che, con calma, ha presentato il progetto esecutivo ma non ha adeguato i ponti alle nuove norme varate dal Distretto idrografico, per cui adesso accumulerà ritardi.
Stiamo monitorando le due imprese, una pugliese e l’altra piemontese, che hanno vinto i due più importanti appalti Abbanoa impegnandosi a realizzare l’opera in tempi molto più brevi rispetto a quelli prospetaati dalle imprese concorrenti. Vedremo se Speedy Gonzales manterrà i suoi impegni oppure se verrà in Sardegna a iscrivere riserve sin dal primo giorno di cantiere.
A questa pattuglia del doppio binario (uno per vincere la gara, l’altro, divergente, per realizzare l’opera), si aggiungono gli stecchisti.
Lo stecchista di professione è un’impresa italiana continentale che, vinto un appalto, si mostra sin dal primo momento col pelo arruffato dell’agnello, va dal sindaco del Comune su cui impianta il cantiere e gli chiede se ha persone da segnalare (questa pratica risulta a verbale in Regione, quindi la posso illustrare senza timore di essere smentito), poi fa lavorare qualche impresa locale e all’inizio paga regolarmente. Poi arriva l’ultimo lotto e lo stecchista si prepara: si fa fare le fatture da tutti ma poi scappa e lascia cadaveri sul posto. Lo stecchista è un operatore specializzato nell’ultimo miglio. Questi li stiamo puntando bene con prefetture e Anac, perché sono imbroglioni.
Comments on “Tolleranza zero con le imprese di fuori che vengono a banchettare in Sardegna. Cacciamo gli stecchisti”
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Spero vivamente che anche il Manager dell’ATS sia un sardo onesto, preparato, motivato. Spero che gli italiani che occupano posti apicali in Sardegna vengano monitorati e controllati. Purtroppo sono troppi però i sardi che badano a mere questioni di campanilismo (vedasi l’esultanza di Crisponi per il 118 a Nuoro) che non vedono una Sardegna indipendente e matura.
Non dico che era ora ma…..strada giusta per le imprese ….SARDE..
La soluzione sono le aziende sarde purosangue. Quelle puntuali, che non steccano mai.
Finalmente si muove qualcosa, è tempo di monitorare questi grandi lavori e dare opportunità anche alle imprese sarde di poter partecipare direttamente riducendo gli importi dei lavori per non essere costretti a lavorare con il subappalto. Sappiamo benissimo tutti come vanno a finire.
Carlo Burcei
Concordo quanto espresso .
Una prassi ormai consolidata da parte di imprenditori continentali che arrivano in Sardegna travestiti da agnelli salvo poi disseminare il territorio di cadaveri , impoverendo ulteriormente l’imprenditoria locale. Ben vengano i controlli ed i monitoraggi dichiarati, dovrebbe essere una prassi comune a tutti gli appalti di opere pubbliche in Sardegna, dalla più piccola alla più grossa. Solo con i controlli si possono evitare i subappalti a strozzo (la maggior parte delle volte al 100%) ed i subappalti dei subappalti.
E’ una vita che ci pigliano per il culo, facendo vedere che sono brave e capaci, quando invece il lavoro viene fatto dalle imprese subappaltatrici, a prezzi da strozzo
un geom. che ha lavorato per queste imprese.
Complimenti, condivido totalmente