di Paolo Maninchedda
Ieri Abbanoa ha scoperto a Cagliari un nuovo condominio esclusivo nella zona di viale Merello allacciato abusivamente alla vecchia utenza dell’ex casa di cura Villa Elena. I tecnici di Abbanoa e gli agenti della Squadra mobile della Polizia sono intervenuti in via Nervesa della Battaglia per constatare in flagranza il reato di furto d’acqua aggravato in una palazzina di recente costruzione. Nei giorni scorsi, durante l’ordinario giro di letture e di verifica dei contatori, i tecnici di Abbanoa avevano riscontrato la presenza di un contatore non registrato e installato nell’allaccio che un tempo era intestato alla vecchia clinica di viale Merello. Quell’utenza era stata regolarmente cessata nel 2009 e il contatore rimosso a suo tempo. Nessuno ne aveva richiesto la riattivazione. Gli ulteriori accertamenti hanno fatto emergere che il punto di fornitura abusivo alimentava un condominio di dieci unità abitative sorto di recente nell’area della casa di cura.
Adesso leggete i giornali. Ieri il condominio dei furbi è finito in cronaca, a pagina 17 dell’Unione (La Nuova non ne ha parlato manco di striscio). Invece nella prima pagina di ieri vi era il richiamo per l’inizio della class action promossa dall’on. Pili ( e qui c’è un paradosso simpatico: Pili è il vero padre dei conguagli che oggi contesta). Viceversa oggi in prima pagina viene valorizzata una sentenza di un giudice di pace sui conguagli. Lo stesso trattamento, cioè la Prima pagina, non è stato riservato l’8 o il 9 giugno quando la seconda sezione civile del Tribunale di Cagliari aveva cassato la class action intentata contro Abbanoa da cinque consiglieri comunali. In quella occasione la notizia uscì sull’Unione a pagina 39, come il condominio ieri.
I giornali non sembrano amare, dunque, ciò che è solo la punta di diamante di una situazione molto diffusa in Sardegna: molti ricchi non vogliono pagare l’acqua, come invece la paga il ceto medio.