di Paolo Maninchedda
Oggi L’Unione Sarda conclude un articolo intitolato Abbanoa ora è un caso politico” dicendo che io sarei nel mirino.
Intanto contesto il titolo per una parte: la parola “ora”.
Abbanoa è un caso politico cui la Giunta sta rimediando. Non è un caso ‘ora’; era un caso di malapolitica, di accozzi generalizzati, di consigli di amministrazione fatti con i piedi, di dirigenti diventati tali poco prima della nascita della Società, di capitalizzazione non fatta, di tubi marci, di autobotti incendiate e di cui non si sono mai trovati i colpevoli, di lavori fermi, di sversamenti a mare considerati ineluttabili, di anagrafiche incomplete, di bollette non pagate, di crediti non recuperati, ecc. ecc.
Io so una cosa: quando sono diventato assessore e la Procura voleva il fallimento della società, mi sono trovato solo a difenderla, accompagnato e incoraggiato solo dal Presidente della Regione, tutti gli altri senatori laticlavi della politica sarda erano abbondantemente nascosti, perché hanno una paura fottuta dei magistrati (e per certi versi non li biasimo; io devo alle toghe una certa aritmia).
Dove erano i dichiaranti di mezza estate quando parlare poteva costare qualcosa? A difendere le migliaia di persone che lavorano per Abbanoa e a difendere l’acqua pubblica da un subdolo disegno che un tempo venne anche vagheggiato – quello ipotizzato da F2I di Gamberale, poi rimasto in Sardegna con gli affari degli ospedali, di fare di Abbanoa una bad company per poi affidare gli asset ai privati, cioè a F2I – rimanemmo in pochi, anzi pochissimi.
Poi, come sempre accade nel mondo ipocrita e cialtrone in cui viviamo, appena i poveri diavoli hanno rimesso in sesto Abbanoa, la vittima Abbanoa, vittima di un mondo politico tanto parassitario e verboso quanto prepotente e clientelare, che è stato cacciato ai margini della gestione, è stata presa e trasformata in carnefice.
Si fanno finalmente bollette ordinate e che si fa? Si incentiva la morosità. Ci sono sversamenti storici e che si fa? Si denuncia il Gestore. Si va a far verificare conti e bollette a tre autorità – tre, non una – e che si fa? Si denuncia il Gestore. Abbanoa ha cento cantieri aperti, potrebbe assumere una grande task force e dare lavoro e che si fa? Si bloccano le assunzioni. Abbanoa attua il Regolamento idrico per le cauzioni e che si fa? La si denuncia e poi si perdono le cause e si continua a denunciare come se niente fosse, con cittadini che per non pagare 15 euro pagano 300 euro per dare la causa agli avvocati e quando perdono la causa pagano anche il costo del processo. Su questa manipolazione pelosa della gente nessuno indaga, ovviamente, perché è impopolare andare a indagare gli incantatori di serpenti che non cambiano la realtà, non sentono il dovere dell’impegno quotidiano per modificarla; no, l’incantatore di serpenti standard guida cortei, aizza la gente per il potere, solo per il potere, fa come fece Mussolini: provoca la piazza perché la piazza invochi l’ordine, genera il disordine per giustificare la necessità del suo autoritarismo. La Destra neofascista di stampo italiano è sempre uguale a sé stessa, penosa e pericolosa. Intanto sui tavoli dei Palazzi di Giustizia si accumulano le cause per diffamazione, per danni ecc. ecc.
L’Unione dice che io sarei nel mirino. Non so bene di chi, ma se si pensa che lo sia di questi arruffapopolo da fine settimana pre-elettorale si sbaglia, perché per tenere qualcuno nel mirino, è necessario che questi si nasconda, cioè sia in qualche modo un bersaglio sfuggente. Io non scappo da un beneamato nulla, vado al lavoro tutti i giorni e torno a casa la sera. Di quale mirino si parla? Non c’è bisogno di mirino, io sono ‘a vista’, tutti i giorni, dove vogliono e come vogliono. Niente da nascondere, tutto in chiaro: bilanci messi in ordine, posti di lavoro salvati, fallimento evitato, tubature marce tolte da sottoterra, soldi impegnati per rinnovare reti e impianti, certificazione di qualità realizzata, organismo di valutazione attivato, rinnovati tutti gli organi, piano contro gli sversamenti a mare avviato, autorità di monitoraggio sollecitate e attive, deverticalizzazione della società realizzata, politichetta clientelare e affaristica cancarata. Quale mirino?
Certo è che ancora c’è molto da lavorare, ma da lavorare, appunto, non da polemizzare o chiacchierare per cercare di far carriera politica sull’acqua. Sull’acqua è riuscito a camminare uno solo, gli altri sono inevitabilmente affondati.
Poi c’è una questione che mi dispiace: vedere la dichiarazione di Roberto Deriu che si unisce ad altri, di altro calibro rispetto a lui, e leggere che parla ‘di accanimento terapeutico’ per Abbanoa. Le parole sono sempre affascinanti, ma bisogna sempre scegliere bene il contesto in cui le si pronuncia. Prescindo dal contesto e vado al merito.
La questione che Deriu ha sempre posto è l’ambito unico. Lui ritiene si tratti di una forma di gestione centralizzata che sotto sotto nasconda un’egemonia cagliaritana.
È una questione seria, talmente seria che la nuova legge sull’ente d’Ambito prevede, su proposta della Giunta, che l’ambito unico possa essere rivisto. Solo che io ci ho messo la testa un po’ più da vicino, proprio in occasione dell’ubriacatura localistica che ha acccompagnato la nascita della città metropolitana di Cagliari.
Intanto pochi sanno che gli schemi degli acquedotti non coincidono con gli schemi delle fogne, per cui non è semplice segnare un confine netto di separazione di queste infrastrutture in Sardegna. Ma ponendo anche il caso che lo si possa fare, poi ci si troverebbe di fronte a una situazione drammatica: ci sarebbe l’ambito di Cagliari che sarebbe ricchissimo e che potrebbe godere di tariffe basse e l’ambito della Sardegna rurale, con 600.000 persone circa sparse in circa 20.000 chilometri quadrati ad avere tariffe altissime. La Sardegna rurale ha tanto bisogno dello Stato (ovviamente per me Sardo), che vuol dire della politica solidale che regge la convivenza tra le persone, tanto quanto le città della Sardegna sono tentate dal volerne prescindere a favore di una visione da federalismo municipale spinto che ripristinerebbe l’asservimento dell’agro alle città che vigeva in epoca catalano-aragonese.
Questi argomenti sono tanto importanti nel dibattito politico quanto esclusi per l’impoverirsi delle idee e l’incialtronirsi del dibattito. Il problema non è dunque l’ambito unico, ma verificare se l’ambito unico è un ambito cagliaritano, e non lo è, o almeno non lo è stato in questi due anni. Ricordo, solo a titolo di esempio, gli interventi in atto a Porto Torres, a Sassari, all’Agnata, sul Liscia, sul Coghinas, a Oliena (di cui nessuno parla, ma i risultati sono di altissimo livello) ecc. ecc.
Tuttavia, alcune scelte del Governo italiano stanno ponendo in difficoltà la tenuta unitaria della Sardegna. La distinzione tra metropolitano e non metropolitano non ha, nella politica italiana, alcun elemento perequativo. Per il governo, l’Italia è l’Italia delle città, delle grandi città. Invece, per il mondo, l’Italia è la patria delle piccole città, della diversità concentrata, della varietà. La Regione ha reagito con la legge sugli enti locali che ha previsto meccanismi compensativi per le aree diverse da quelal di Cagliari; in una parola, si è previsto di compensare gli squilibri dello strabismo italiano con soldi sardi. È giusto? NO, ma è in essere.
Allora il tema non è né l’ambito unico né Abbanoa; il tema è il modello politico e economico di connessione della società sarda. Su questo tema, troppo alto per i livelli di istruzione media di un certo ceto politico sardo, il silenzio è assordante, ma c’è da sperare che anche le scaramucce idriche di questa spenta e esangue campagna elettorale possano concorrere a dare la sveglia.
Comment on “Abbanoa: nel mirino di chi?”
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Carissimo Assessore,
Quando è nata, Abbanoa è stato il miglior strumento che l’allora classe politica regionale e tutti i sindaci potessero inventarsi per scaricare ogni responsabilità sulle loro malefatte nel servizio idrico e fognario. Il depuratore del Comune non funziona? Lo si passa ad Abbanoa e il giorno dopo il sindaco la denuncia. La rete fognaria perde liquami in riva al mare perché il Comune non ci ha messo mano? La si passa ad Abbanoa e via i proclami e le denunce contro il mostro… E la gente che ha applaudito e continua ad applaudire. Nel frattempo questa azienda pubblica è stata lasciata da sola a prendere schiaffi e senza risorse ma solo debiti. Poi finalmente la situazione cambia grazie alla lungimiranza di questa Giunta che ha preso il “mostro” per le corna. E’ innegabile che ora funzioni meglio come è innegabile che servano risorse per i lavori (tanti) da fare.