di Paolo Maninchedda
Ci è mancato un miserrimo 0,50 per arrivare a fare il 10% netto. Però il nostro 9,56 alle primarie di Olbia è un grande risultato.
In primo luogo perché abbiamo partecipato come partecipano i partiti: con un nostro candidato e non appoggiandone uno degli altri.
In secondo luogo perché non ci siamo nascosti: noi abbiamo detto e ripetuto di essere indipendentisti, abbiamo chiesto il voto su un’idea di Olbia (l’unica organicamente illustrata durante il mese di campagna elettorale) che sta dentro un’idea dello Stato sardo.
In terzo luogo, perché abbiamo cercato i voti senza scambiare alcunché, senza promettere nulla, senza ricordare i favori fatti a nessuno. I nostri voti sono voti di contenuto, non di scambio, non di storia, non di potere. E valgono il 10%.
Da qui si parte, ma si parte a testa alta. Non è un segreto che il Partito dei Sardi sia stato più forte in aree rurali di quanto non lo sia in aree urbane. Oggi con Olbia comincia a vedersi il risultato del lavoro svolto nelle città, che sarà ulteriormente visibile a Carbonia e a Cagliari.
Più cresceremo in ambito urbano, più conquisteremo il diritto legittimo a guidare il nostro Stato.
Grazie a Renato Azara (un giorno di riposo se lo merita, poi ricominciamo).
Auguri a Carlo Careddu.
A Innantis.
Comment on “A Olbia l’indipendenza va a due cifre”
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