di Paolo Maninchedda
Faccio un breve riepilogo delle emergenze di questa settimana:
1) SS 195: il primo e il terzo lotto sono stati appaltati da Anas; il secondo lotto è il tratto di strada delle gallerie. Di chi è? Del Cacip, che ebbe a suo tempo un importante finanziamento dallo stato, ma realizzò l’opera in modo tale da indurre l’Anas a non prenderla in carico e a fare rilievi su aspetti strutturali e sulla sicurezza (per esempio, le gallerie non sono illuminate). L’Anas, nei giorni scorsi, ha ribadito la sua posizione. Costo stimato della messa in sicurezza di quel tratto: qualche decina di milioni;
2) Strada per Pabillonis: il ponte sul riu Malu è stato chiuso al traffico dalla Provincia, ma non è stato a suo tempo realizzato dalla Provincia, bensì dal Consorzio di Bonifica (a quei tempi i Consorzi di Bonifica facevano anche interventi cardio-vascolari). Il ponte non è mai stato collaudato e oggi una perizia ha certificato che ha lesioni importanti. La Provincia ha contratto un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti per metterlo a posto, ma le cose non si fanno in un giorno, per cui nel frattempo i tecnici hanno interdetto il traffico (a dicembre si faranno le prove di carico e si verificherà se e come riaprire la circolazione e per quali veicoli);
3) il 22 dicembre si svolgerà a Roma un cordialissimo incontro tra Regione Sardegna, Anas e Protezione civile, che avrà per oggetti il ponte di Monte Pinu in Gallura. Noi sosteniamo che il Ponte deve essere ricostruito in regime commissariale (altrimenti ci mettiamo vent’anni a rifarlo), l’Anas non dice di no ma neanche di sì, la Protezione civile fa la parte di Papa Francesco e invita all’amore fraterno. Nel frattempo, bisogna modificare un Apq affinché le risorse finanziarie individuate possano essere spese;
4) Oggi alle 11 ci occuperemo per la quarta volta di tre questioni emergenziali su cui stiamo cercando le risorse finanzairie aggiuntive: a) il depuratore di Alghero (obiettivo: impedire gli sversamenti, salvare il Kalik, impedire la terza ordinanza di chiusura della spiaggia, togliere la puzza da una via e due piazze, riusare buoni reflui in agricoltura); b) acqua potabile a Siniscola e Baronia; 3) acqua potabile in Gallura dal Liscia; 4) acqua potabile nei comuni che si alimentano da Sos Canales.
È evidente che la Sardegna ha bisogno di manutenzioni e dunque di soldi. Per l’acqua e le fogne li abbiamo trovati e li stiamo sbloccando (non ho mai capito perché per San Francesco di Stampace ci siano sempre tutte le autorizzazioni del mondo e invece per i nostri impianti c’è sempre un ufficio regionale o statale che sta ancora esaminando la pratica). Per le strade, però, è un disastro. Le strade comunali sono abbandonate. Le strade rurali quasi abbandonate; quelle provinciali hanno visto un piccolo intervento manutentivo sul mutuo infrastrutture ma adesso si avrà il problema di gestire questi appalti contemporaneaemnte alla morte delle province. Il fabbisogno manutentivo è altissimo. Come pure servirebbe un piano straordinario per i cimiteri: moltissimi sono saturi e molti stanno cadendo a pezzi. Noi stiamo cercando di inventarci un fondo di rotazione, cioè una dotazione finanziaria a cui i Comuni potrebbero attingere ma solo se hanno capacità di indebitamento. Evidentemente non è sufficiente.
In questo quadro, la vecchia macchina della sanità, difesa dalla consuetudine e da una politica ormai priva di spirito critico, macina soldi su soldi in modo ormai insostenibile (ieri l’Assessore Arru ne ha fatto una’analisi impietosa e realistica). Arriverà un momento drammatico in cui ci si troverà a dover scegliere tra una strada, un cimitero, una borsa di studio e un posto letto vuoto o sottoutilizzato o un ospedale sottoutilizzato e pericoloso, o un reparto inutile costruito intorno a un primario protetto (i santi in sanità sono ecumenici: si va dalla massoneria di varia e mista confessione – ormai ci sono più massonerie che massoni – ai santi accademici, ai santi politici, un paradiso vero e proprio). La politica, quella che sta scivolando verso un bieco sindacalismo territoriale, con territori rappresentati sempre più piccoli, si troverà di fronte a scelte drammatiche che non lasceranno spazio ai microcampanilismi, alla condiscenza a su connottu, quel su connottu fatto sempre e costantemente in deficit. Tempo scaduto: la siringa d’oro si è arruginita.
Comments on “Crolli, allagamenti e siringhe d’oro”
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Caro Paolo, devo congratularmi per il tuo impegno per la conclusione del tratto sulla SS 131 (Serrenti- Sanluri) Finalmente. Inoltre mi piacerebbe poter fare con te una chiaccherata anche di 10 minuti per spiegarti nei dettagli come vengono gestiti gli appalti nella Sanità Pubblica… fiducioso ti Auguro un buon lavoro.
Poveri noi dove si andrà a finire di questo passo…