di Paolo Maninchedda
La CNA ogni tanto pubblica delle rilevazioni derivate da dati dell’Istituto Tagliacarne.
In successione, negli ultimi due mesi, ha pubblicato questi post :
– Appalti pubblici: crescono i bandi ma si riduce la spesa, 22 ottobre 2015;
– Costruzioni: dopo 7 anni nel 2015 torna il segno + , 24 ottobre 2015;
– Opere pubbliche: Sardegna costi doppi e resta gap infrastrutture, 27 novembre 2015.
Il primo articolo rilevava criticamente la diminuzione della spesa pubblica, seppure di poco, rispetto al 2014; il secondo invece diceva che il settore si riprendeva trainato dalla spesa pubblica. Il terzo, absit iniuria verbis, non si capisce.
Letto e riletto il testo, mi sento di fare qualche domanda, senza offendere nessuno. Se si parla dei costi delle opere pubbliche in Sardegna, se si usa la parola ‘costo’, ci si attende di parlare, che so io, del costo a km. Cioè: quanto costa un km di strade in Sardegna? Se si registrasse un incremento di costi legato all’insularità, come abbiamo registrato in altri settori, allora il dato parlerebbe di una distorsione di mercato da correggere.
Se si parla di spesa pro capite, il discorso è molto diverso. Infatti sarebbe giusto non che fosse doppia rispetto alla media italiana, ma se possibile che fosse tripla o quadrupla, visto che il rapporto tra il tasso di infrastrutturazione sarda e quella italiana è pari alla metà. Ossia se vale 2 in Italia vale 1 in Sardegna. Il rapporto tra un alto fabbisogno infrastrutturale e finanziario e la scarsa popolazione determina l’effetto della spesa pro capite alta. Ma un conto è la spesa, un conto è il costo.
Altro è il tema dell’efficienza della spesa e della qualità delle infrastrutture. Le infrastrutture sarde non sono state manutenute e cadono a pezzi. Ma se noi sardi continuiamo a volere, faccio un esempio, una sanità idrovora che mangia quasi tutto il bilancio regionale libero da costi fissi, tra cui il gettito dei bolli auto; se noi proteggiamo i ricchi morosi che non vogliono pagare l’acqua; se noi continuiamo a osannare il periodo dell’autonomia che ha costruito le reti fognarie con pendenze al contrario di quelle opportune, che ha derivato le reti di acqua potabile dalle condotte dei consorzi di bonifica, che ha finanziato le reti idriche colabrodo dei paesi, se noi continuiamo a difendere lo schifosissimo su connotu che abbiamo ereditato e saltiamo sulla sedia ogni volta che si tenta di cambiarlo, il sistema infrastrutturale sardo continuerà a cadere a pezzi. Ne parleremo al congresso della CNA a dicembre.
In qualità di addetto stampa regionale dell’associazione segnalo la risposta del segretario regionale della CNA Francesco Porcu alle domande poste dall’assessore ai Lavori Pubblici Paolo Maninchedda in questo post.
“La Cna spesso pubblica dei dati, alcuni dei quali rielaborati e arricchiti prendono a riferimento, alcune volte, anche stime dell’Istituto Tagliacarne: non è il caso dei primi due “post” a cui fa riferimento l’Assessore Maninchedda.
Nel merito:
– nel primo comunicato “Appalti pubblici: crescono i bandi ma si riduce la spesa” davamo conto dell’andamento dei bandi di gara nei primi 9 mesi del 2015 rispetto ai primi 9 mesi del 2014. Le gare bandite sono cresciute di numero, + 10%, ma l’importo complessivo è sceso di valore -6,7%;
– nel secondo, presentavamo il “Rapporto 2015 sullo stato delle costruzioni in Sardegna” con l’analisi dei segmenti tipologici (investimenti e valore della produzione, la nuova produzione edilizia, le opere pubbliche, il mercato immobiliare, l’analisi del mercato del credito), che da nostre stime dopo 7 anni di caduta libera, nel 2015 torna leggermente a crescere +0,9%.
Una prima importante inversione di tendenza, seppur molto fragile, frutto del comportamento differenziato dei diversi segmenti tipologici del mercato (+4% le compravendite immobiliari, l’espansione del credito per i finanziamenti sull’acquisto residenziale e non, +13% la ripresa delle opere pubbliche di nuova produzione, contrazione del credito per la costruzione residenziale e non).
I comunicati stampa dei Rapporti a cui si fa riferimento sono consultabili sul sito http://www.cnasardegna.it.
Appare evidente che nel primo caso parliamo di bandi di gara che, come è noto, devono essere aggiudicati (il nostro rapporto dà conto anche di questo dato) e poi nel tempo, forse, se si aprono i cantieri e si realizzano le opere, entrano nella contabilità (valore della produzione o volume d’affari).
Nel secondo, diamo conto nell’anno, del concorso o contributo che le opere pubbliche hanno offerto al volume d’affari complessivo realizzato nel settore (dinamica che è il frutto anche, perché non esclusivo, dei bandi di gara degli anni precedenti.
A onor del vero, le nostre analisi sul settore delle costruzioni, sono Rapporti congiunturali e non dei “post”, che da oltre 10 anni sono autorevolmente pubblicati nel Rapporto della Banca d’Italia – Economie Regionali della Sardegna.
Quanto all’ultimo riferimento “Opere pubbliche: Sardegna costi doppi, resta gap infrastrutturale”, si tratta di un estratto di uno studio che Cna Sardegna presenterà sabato 12 dicembre a Cagliari.
Sul contenuto un appunto metodologico: “la definizione dell’indice di costo delle OOPP della CNA parte dalla stima del valore dello stock di capitale pubblico regionale che utilizza il metodo dell’inventario permanente sui flussi storici di spesa (investimenti fissi, incluso riqualificazione e ammodernamento) tenendo conto dei tassi di deprezzamento delle opere (funzionale e tecnologico) e del loro ciclo di vita (si veda ad esempio “Di Giacinto, Micucci, Montanaro, “Dynamic macroeconomics effects of public capital”, Banca d’Italia working papers 2009”). L’indice di valore è calcolato rapportando il valore dello stock a parametri di dimensionamento della domanda potenziale (popolazione, superficie). Così facendo si ottiene un indice di dotazione infrastrutturale come misura economica che è stato poi rapportato all’indice di dotazione fisica Tagliacarne (che tiene conto anche di parametri funzionali è qualitativi). A parità di dotazione fisica, ci si aspetterebbe che due regioni avessero grossomodo lo stesso valore dell’indice di costo, se così non fosse vorrebbe dire che esistono differenze nel costo di realizzazione delle opere (considerando tutto il processo mediante il quale gli input monetari si trasformano nell’opera vera e propria). Si tratta di un di un’approssimazione, ma che tuttavia fornisce un interessante parametro di confronto e un punto di partenza per una riflessione sul processo di spesa (possibili inefficienze), scelta e realizzazione delle OOPP al livello regionale”.
Ringrazio l’Assessore Maninchedda, lo aspettiamo, insieme a quanti sono interessati sul tema, sabato 12 alle ore 10 presso l’Hotel Regina Margherita alla nostra Assemblea.
Francesco Porcu – Segretario regionale della CNA Sardegna