Riceviamo e pubblichiamo
di Raimondo Palasantzenas
Egregio professore,
sono stato suo allievo e dunque so con chi sto parlando. Oggi sono il sindaco di un piccolo paese e l’ho sentita parlare venerdì a Sassari. Bellissimo discorso, come sempre. Grande saggezza e grande conoscenza delle cose. Ottima la risposta a Sandro Roggio.
Io non ho la vocazione allo scontro politico; sono un piccolo uomo di pace, io. Per cui, non mi firmo col mio nome proprio per ciò che sto per dire, ma Lei sa chi sono.
L’oggetto è il Disegno di legge sugli Enti Locali licenziato dalla Prima Commissione del Consiglio regionale.
Allora, professore, ho visto che Lei è molto invecchiato e forse non ha più l’adrenalina di un tempo, ma come fa a non trasalire leggendo un testo che ha la capacità di spaccare la Sardegna, di uccidere la Regione Autonoma della Sardegna perché crea tre aree metropolitane, di cui due finanziate dalla Regione?
Si ricorda quando a lezione ci spiegava la storia dell’insediamento umano in Sardegna e il suo rapporto con le isoglosse dialettali sarde? Si ricorda quando commentammo in aula il libro di Day sull’insediamento in epoca medievale? Si ricorda quando ci spiegò la grandezza del libro di Le Lannou? Si ricorda quando ci fece vedere i lavori preparatori per l’edizione critica di Procurade ‘e moderare pubblicata nel libro di Luciano Carta e ci parlò degli intellettuali rurali durante la rivoluzione? Si ricorda quando ci spiegava Cirese e ci raccontava dei rapporti stringenti tra la cultura popolare (rurale e urbana) e la cultura ufficiale (urbana), in Sardegna più stretti che altrove proprio per l’intensità del peso del mondo rurale?
Io ricordo tutto di Lei e del segno che ha lasciato in ciascuno di noi, che ho ritrovato puntualmente nella bella lezione di venerdì. Lei venerdì ha parlato di una visione unitaria e coesa della Sardegna. Lei ha ricordato che se esiste un problema per la Sardegna questo è lo spopolamento e la sperequazione delle zone interne. Ma come fa Lei a dire queste cose e a tacere su un pasticcio quale quello uscito dalla Commissione? L’assessore Erriu aveva proposto un testo con una preoccupazione seria di semplificazione: Comuni, Unione dei Comuni, Area metropolitana di Cagliari, Regione (con le Province che sopravvivevano fino a quando il Governo non le avrebbe tolte dalla Carta Costituzionale); il testo approvato ha pasticciato tutto, adesso gli enti sono : Comuni, Unione dei Comuni, Unione dei comuni di area metropolitana, Città Metropolitana, Province pro tempore, Regione. Ci sono troppi sindaci in Consiglio regionale e sono tutti figli dell’Italia municipalista che ha in testa Renzi. La somma dei campanili non fa un Paese. Io renderei incompatibile la carica di sindaco con la carica di consigliere regionali, a prescindere dal numero degli abitanti del paese o della città. La testa di un sindaco non è quella opportuna per rappresentare la Regione.
La sera di venerdì sono poi andato a Nuoro: che pena! Che livello! Il centro Sardegna ha fatto da sgabello a Olbia, una delle aree più ricche della Sardegna. Mai nel passato Nuoro, dinanzi allo scontro Sassari – Cagliari, si è schierata con Sassari. Ha sempre cercato di creare spazi per sé, per la sua emancipazione, e ha imposto al dibattito politico sardo proprio il tema delle aree interne.
Ho capito che fare l’Assessore comporta anche saper tacere o saper parlare nelle sedi opportune, ma è evidente che Lei a Sassari ha rappresentato una preoccupazione e un affetto per la Sardegna complessivamente intesa, che La colloca in minoranza nella sua stessa compagine. Il Presidente e i suoi colleghi sono informati di queste sue posizioni?
Se sì, non si vede.
Questa storia della riforma degli Enti Locali si sta evolvendo verso una grande crisi politica che rischia di travolgere molto di ciò che negli anni è stato costruito.
Mi dispiace dirglielo, ma come anche in passato, professore, si vede con troppa evidenza che Lei è solo nel suo mondo, distante da tutto e da tutti, come ci appariva a lezione; affettuoso sì, ma sempre dentro un mondo interiore inaccessibile, fatto anche – e molto – di politica, in cui nessuno può entrare, e che è troppo denso per essere popolare.
Lei deve invece diventare popolare, deve accettare la volgarizzazione delle idee, deve accettare di guidare, non soltanto di formare, deve liberarsi dal vincolo morale con Pigliaru da cui è eccessivamente condizionato. Ma so che già adesso mi starà contumeliando con l’ampio repertorio di parolacce in tutte le lingue del mondo che sappiamo essere nella Sua disponibilità.
Caro sindaco Raimondo Palasantzenas, lei -a ben guardare – dà ragione a me e non al nostro amico comune Paolo Maninchedda. In fondo gli rimprovera le stesse debolezze che ho segnalato io di fronte al Ddl nella versione che conosciamo. E infatti lei al suo professore fa un appunto importante. Gli riconosce una visione ma se ho capito bene segnala un eccesso di politicismo di PM. E osserva: “Ma come fa Lei a dire queste cose e a tacere su un pasticcio quale quello uscito dalla Commissione?”. Questo è il punto caro sindaco. Mi piacerebbe parlarne con lei. Sono sicuro che la convincerei a fare una telefonata urgente (oggi) a PM per rappresentargli il disagio del suo paese. Potrebbe essere importante, mi creda. Con simpatia. Saluti roggio@tiscali.it
NOTA:Chiamiamola come vogliamo:L’importante e’che nel tratto che va verso SS tappino qualche buca. Ne ho beccato una che ci stava dentro un’asteroide. Risultato ammortizzatore rotto. Ora oltre al pensiero degli ammortizzatori sociali, ho anche quello degli ammortizzatori a gas. Saluti.
Io quest’uomo non lo conosco, ma sottoscrivo molto del Suo ragionamento, geopolitico intendo! E si amico President, non bisogna comprare grammi di saggezza, semmai di tanto in tanto bisogna che Tu ne dimentichi un pò a casa. Sciogli, sciogliete le briglia della “grande follia” che portiamo in giro, ne vedremo delle belle, a partire dai territori dell’interno, mai troppo esasperati, ma forse questo sarà il punto di rottura, forse.
NOTA: La 131 io la chiamerei ATLANTIDE, perche’ potrebbe anche essere STATO, ed anche per il gusto di provocare sapendo di provocare. E tandu?
Vorrei ricordare a “Spalle altrui” che anche in passato dalla Commissione EELL uscì la sola provincia aggiunta di Olbia; in Aula se ne aggiunsero altre tre, per poi veder litigare i locali per la sede capoluogo……
Abbi pazienza, vedrai che sotto l’albero troveremo quattro città metropolitane, quattro provincie a scartamento ridotto e chentumizza unioni di comuni.
Per avvalorare la teoria che alle prugne basta chiamarle pere, con la convinzione che forse non fanno poi così cag…e.
Dove comprare tre grammi di saggezza?
Al mercato del “CORAGGIO E DELL’ONESTA’ INTELLETTUALE”.
Il pensiero di Raimondo è bellissimo (anche se io non ne condivido il finale) però che fà???….non si firma!!!
Abbiamo già perso, non partecipiamo nenche alla partita.
Però ora, quando i giochi son già fatti, per scopi esclusivamente propagandistico-elettorali arrivano anche quelli che si firmano,che gridano allo scandalo quasi non sapessero. Ovviamente i primi sono del centro destra (Settimo Nizzi, Marco Tedde, Giovanni Pileri, Fasolino, ci manca provvisoriamente solo Fedele Sanciu ma, arriverà) perfino Antonio Satta dichiara che si “batterà per la difesa del territorio” ed il povero consigliere regionale gallurese del PD vota “addirittura” contro in Consiglio, Gianpiero Scanu resta in assordante silenzio o forse è troppo impegnato per gli appalti del Mater.
In questo scenario,dove i politici sardi del Nord sono divisi fra loro e non si fidano dei politici sardi del Sud che a loro volta sono divisi fra loro è abbastanza
naturale che la gente inizi a pensare che siano, tutti insieme, semplicemente degli incapaci, non possono essere credibili ed inoltre nessuno e dico nessuno ha una visione unitaria della Sardegna. E siccome siamo con lo Stato italiano, lo Stato italiano si comporta di conseguenza. Aggiungo che, siccome non credo che in Europa lo Stato italiano sia il più furbo o il più preparato, il fatto che in Italia stiano per nascere 22 città metropolitane, fatto anomalo rispetto a tutto il resto d’Europa, questo meriterebbe una attenta considerazione.
Badate bene, sono straconvinto che se la riforma degli Enti Locali l’avessero proposta Berlusconi con Cappellacci, la riforma sarebbe uguale come uguali sarebbero gli interventi, ma a parti invertite.
Il problema è un’altro : il mondo è cambiato e noi continuiamo a fare le stesse cose. Rivendichiamo, chiediamo soldi pubblici, possibilmente a contributo, protestiamo. Continuiamo ad avere una visione straordinariamente pubblica, siamo distanti anni luce da una visione internazionale e soprattutto da una visione che crei ricchezza diffusa, partecipazione, orgoglio dell’essere partecipe di un progetto di sviluppo socio economico condiviso.
So molto bene che non ci riusciremo ma la causa non è Pigliaru e neanche Paolo, la causa di tutto ciò siamo noi, i Sardi.
NOTA: provvisoriamente, per me, la 131 può continuare a chiamarsi Carlo Felice.