di Paolo Maninchedda
Scusatemi, sto faticando a trovare il tempo per aggiornare il sito. La ragione è semplice: non ho tempo. Stiamo lavorando molto a dare attuazione alla programmazione messa in campo. Stiamo marcando l’insidiosa programmazione del governo nazionale. Stiamo sempre combattendo con le imprese per sbloccare i cantieri (l’altro giorno abbiamo fatto un sopralluogo a sorpresa sulla SS 195, dove l’impresa ha accumulato già nove mesi di ritard0). Stiamo presidiando il cantiere di Serrenti e quello della SS 128. Abbiamo pressoché salvato il lotto della Sassari – Alghero. Sto insistendo per arrivare al commissariamento nel settore idrico-fognario. Il problema non è Abbanoa; è invece la montagna di carte che bisogna produrre prima di mettere un tubo. Commissariare con un dirigente regionale può essere una soluzione di velocizzazione. Se ne parla in queste ore.
Poi c’è la politica.
Stiamo preparando le liste per Cagliari, Olbia, Dorgali ecc. È faticoso far comprendere che il Partito dei Sardi non è il partito di Paolo Maninchedda. Il Partito dei Sardi è l’idea di fare lo Stato sardo (cioè esattamente ciò che Bellieni, Lussu, Melis e tutti gli autonomisti hanno sempre avuto paura di fare), di costruire l’indipendentismo di governo, di costruire una forza politica che partecipa alle amministrative per creare un ceto di amministratori che si allenino, governando le città, a amministrare lo Stato. Io ringrazio molto chi mi stima, ma è arrivato il tempo di comprendere che noi lavoriamo per un obiettivo che deve rimanere vivo oltre la mia personale esperienza.
Comment on “Scusate”
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Paolo tu hai una enorme responsabilità: sei riuscito nell’intento di portare l’indipendentismo a fare il salto di qualità che in tanti da anni auspicavamo. Dal movimentismo per pochi intimi, l’indipendentismo può divenire il fine politico concreto per molti. E’, questo, un nuovo modo di concepire qualcosa che un tempo era un sogno romantico: è un piano industriale a lungo termine, dove il sociale può riconciliarsi con la redditività del vivere in un’isola come la Sardegna. E’ troppo tardi per mollare e troppo presto per delegare.