di Paolo Maninchedda
Oggi ho letto il resoconto della stampa sull’incontro dei sindaci a Poltu Quatu rispetto ai lavori per la ricostruzione di Olbia e del territorio dopo l’alluvione del novembre 2013. Ne chiederò gli atti, se esistono, per tutelare la Giunta regionale in tutte le sedi opportune.
Leggo di parlamentari italiani indignati con la Regione, ma ricordo l’impegno disatteso dal Governo di nettizzare, sia per la Regione che per i Comuni, gli interventi per la ricostruzione dal Patto di stabilità. Ricordo ancora che la finanziaria 2014 (approvata nel dicembre 2013) ha come unico elemento sostanziale da parte del governo i 50 milioni anticipati (e, secondo la lettera della legge, da recuperare sui fondi della Regione sarda) dall’Anas, secondo un impegno, preso e mantenuto dal ministro Lupi, per la viabilità.
Ricordo che la legge finanziaria 2014 per i commi relativi all’alluvione del novembre 2013 è l’unica finanziaria italiana su eventi calamitosi che non preveda indennizzi alle imprese.
Poi leggo di esposti alla magistratura. Me lo aspettavo e avevo avvertito gli uffici dell’assessorato che sarebbe accaduto. E allora bisogna mettere i puntini sulle “i”, perché io temo la magistratura italiana come il fuoco per la sommarietà dei suoi giudizi iniziali (perfezionati poi mediamente in dieci anni, sufficienti a rovinare l’esistenza di un uomo).
Sul piano strettamente amministrativo non è certamente responsabilità di questa Giunta regionale aver tombato i canali fluviali (anzi, questa Giunta, che si è insediata a marzo 2014 non ai tempi di Noè, è la prima nella disgraziata storia autonomistica ad avere cominciato a censirli), fatto i ponti dove non dovevano essere fatti (anzi, per la prima volta gli uffici regionali hanno prodotto una mappatura degli attraversamenti in alveo che dovrebbero essere pericolosi, in modo da iniziare a metterli in sicurezza) costruito le case e intere lottizzzazioni laddove il buon senso avrebbe consigliato di non farle, aver autorizzato o tollerato scantinati, non aver destinato negli anni fondi alla manutenzione dei canali comunali. Posto che, come era prevedibile, si cerca di scaricare responsabilità, la Giunta formalizzerà la distinzione tra le proprie e quelle altrui. Mi spiace. Io opero pensando di far parte di uno Stato, quello sardo, articolato in Regione e Comuni, non in Comuni contro Regione o viceversa. Ma se si cerca malvagiamente di tirare questa Giunta dentro vicende giudiziarie e disastri culturali e ambientali che hanno radici diverse da questa Giunta, mi difendo con tutte le forze.
Sul piano culturale non è certo questa Giunta a teorizzare il cemento come unico veicolo dello sviluppo; non è questa Giunta a teorizzare l’agevolazione dell’arrivo di qualsiasi volgarità la terra produca purché porti soldi.
Sul merito degli stanziamenti a Olbia c’è qualcosa che non mi torna.
Per la cronaca: il 22 maggio ho incontrato una prima volta l’Amministrazione comunale di Olbia, rappresentando l’intenzione e la possibilità di stanziare 2 milioni di euro per il solo rischio idrogeologico (sottolineo il “solo”, su cui tornerò). Il sindaco mi manifestò l’assoluta insufficienza dello stanziamento, la necessità di mettere più fondi e di consentire al Comune di Olbia di programmarli e di poterli spendere fuori del Patto di Stabilità (cosa che, come è noto, non è nelle disponibilità della Giunta). Gli uffici hanno lavorato a reperire un altro milione e a sommare a questi 3 i 2 residui dell ‘Apq col Ministero dell’Ambiente, come poi puntualmente si è fatto. Il 27 maggio, su richiesta del comune di Olbia, la Giunta (che, lo ricordo, ha iniziato a lavorare il 20 marzo) ha istituito con Delibera 19/8 del 27.05.2014 il “Tavolo di Coordinamento Interassessoriale per la definizione della variante al Piano di Assetto idrogeologico (PAI) del comune di Olbia a seguito dell’alluvione del novembre 2013 e per l’individuazione di misure e interventi di messa in sicurezza e di mitigazione del rischio idrogeologico e delle relative priorità”. In sostanza è questo tavolo che deve decidere come amministratre le risorse per il rischio idrogeologico di Olbia. Il tavolo si è già riunito presso la sede del Distretto idrografico della Sardegna.
Poi c’è stata la delibera 29/12 del 22 luglio 2014 sul rischio idrogeologico che è stata letta correttamente da alcuni consiglieri regionali e malamente (spero solo per difetto di attenzione) da altri. La delibera, per la prima volta, tenta un censimento delle criticità degli attraversamenti in alveo in modo da avere un repertorio da finanziare con le risorse via via disponibili. Non era e non è una legge sulla ricostruzione, ma sul rischio, e sono state distinte le risorse per gli attraversamenti da quelle per le opere pubbliche danneggiate. Ora, la memoria corta di qualche consigliere regionale, che fa l’agnello nelle sedi istituzionali ma il lupo nelle assemblee pubbliche a cui partecipa senza contraddittorio, dicevo la memoria corta di questi lupi-agnello, ha dimenticato che la norma varata dalla Giunta Cappellacci prevedeva l’esclusivo intervento per il rischio idrogeologico e non anche per le opere pubbliche danneggiate (canali, ponti, argini, muri, edifici ecc.). È stata questa Giunta a volere la modifica della legge, in modo da poter intervenire sulle opere pubbliche danneggiate. Il bando per le opere pubbliche danneggiate di 12 milioni di euro verrà pubblicato domani, 20 agosto (e non lo si è pubblicato sotto Ferragosto per evitare polemiche e per non mettere i comuni in difficoltà con le ferie degli uffici tecnici). Il comune di Olbia, come tutti i comuni della Sardegna e in particolare quelli alluvionati, compresi Olbia, Padru, Loiri, Solarussa ecc., potranno partecipare e ragionevolmente (dati i danni subiti) vedere soddisfatte le loro richieste. I Lupi-agnello, sempre pronti a manipolare chi ha piacere di farsi manipolare, non hanno considerato che non vi è alcuna esclusione da questo bando dei comuni che hanno già ricevuto risorse per il rischio idrogeologico e per i primi interventi urgenti sulle opere pubbliche danneggiate. In sostanza Olbia partecipando al bando, potrà sommare altre risorse a quelle già stanziate. Abbiamo sbagliato, nelel more del bando, a ritenere urgente l’intervento sulle strade provinciali che, crollate, isolavano Gadono e Seulo? Non credo. Abbiamo sbagliato a stanziare un milione di euro per i primi interventi a Sorso e Sennori? Non credo. Abbiamo sbagliato a ritenere urgente l’intervento per il lungomare di Alghero privo di ringhiere protettrici? Non credo. Abbiamo sbagliato a ritenere pericolose e urgenti le misure su Palmas e Lula? Non credo.
Poi c’è l’on. Fasolino che parla di porcate e dice (secondo i giornali, e sono le frasi che andremo ad accertare se sono state realmente pronunciate) che noi avremmo finanziato non il rischio idrogeologico ma i collegi elettorali. Sono accuse gravissime che vanno contrastate in altre sedi. Sul piano morale io so, però, che una delle peggiori porcate è quella di chi non ha bisogno di una colpa per incolpare qualcuno.
Microstoria locale.
Sessanta e più anni fa un piccolo e agguerrito esercito di sardi sconfisse la zanzara anofele (e con lei la malaria). Tutti ricordiamo il DDT a iosa, molti conosciamo il significato di strane date sui muri delle case più vecchie, pochi sanno che quel piccolo esercito effettuò anche (o soprattutto?) una ripulitura straordinaria dei corsi d’acqua per farli defluire meglio e togliere habitat all’odiata anopheles. Da quella ripulitura abbiamo tratto benefici per anni, nonstante l’abbandono di quelle attività e poi anche delle buone intenzioni.
Oggi disponiamo di mezzi meccanici e tecnologie ambientali allora neanche inventate e, in teoria, di un esercito a presidio del territorio più piccolo di quelle truppe coraggiose, ma permanente e non messo in campo solo per un paio di anni.
E’ fantasia un piano condiviso di presidio costante del territorio?
Dove è finito il senso di identità comunitaria e di slancio verso un nostro futuro migliore che ci fece vincere quella battaglia e poi quella per la Rinascita?
Ah saperlo, avrebbe detto un altro Bracardi.
In questi casi, francamente non sai quale è l’approccio migliore per commentare una notizia del genere, che avevo già notato stamane a seguito di una fugace lettura del relativo articolo su un quotidiano locale. Per cui mi affido al commento di Wikipedia…
… il fagiolino è un legume appartenente alla famiglia del fagiolo, Phaseolus vulgaris, originario dell’America Centrale, giunto in Europa successivamente alla scoperta di Cristoforo Colombo.
Il nome fa per lo più riferimento alla sua principale caratteristica, ossia quella di essere una forma assai giovane….. -var. sarda – fasoleddu – da cui “non nese fasoloso”, “ifasolau” etc…” l’ultima parte la aggiunta il completamento automatico del mio portatile” :)
Dai Ass., omen-nomen, si è trovato li e doveva spararla. Magari adesso dirà che è stato frainteso. Però, una strizzatina, non sarebbe fuori luogo, per il suo bene, per farlo crescere, beninteso.
P.S. oggi mi va di essere un punto geografico.
saluti.
Forse bisogna incominciare a rispondere a muso duro a questi “angeli innocenti e candidi”. Ricordare gli ultimi anni della giunta Cappellacci (oggi oramai diventato ” “indipendentista a cottimo”) è cosa giusta. Rispondere colpo su colpo.
Per quanto riguarda le criticità degli attraversamenti stradali in alveo in modo da avere un repertorio delle situazioni di pericolo, la Provincia di Cagliari aveva finanziato e messo in campo un sistema per anticipare ed avere in tempo reale le situazioni di pericolo degli attraversamenti delle aste fluviali con il piano stradale. Era in fase sperimentale e composto da una ventina di centraline meteo e da un software elaborato dal settore idrogeologico della stessa provincia. bisognerebbe andare a verificare i risultati conseguiti.
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