La zona d’interesse
Titolo Originale: The zone of interest
Regia: Jonathan Glazer
Cast: Christian Friedel (Rudolf Höss); Sandra Hüller (Hedwig Höss); Medusa Knopf (Elfriede)
Origine: Gran Bretagna, Polonia, Usa 2023
Ha vinto l’oscar come miglior film straniero La zona di interesse di Jonathan Glazer. In Italia qualcuno non ha gradito, perché ha battuto Io capitano di Matteo Garrone. Noi italiani siamo tifosi e non sportivi. Qualcuno ha detto che avrebbe vinto perché è un film sugli ebrei, meglio non addentrarsi nelle polemiche.
Siamo ad Auschwitz, la famiglia Hoss vive in una villetta con giardino e piscina ai margini del campo di concentramento. Una normale famiglia con moglie e figli che ha un’esistenza ordinaria, forse banale, ricordando Hannah Arendt e la sua banalità del male. Una famiglia che si rilassa stendendosi sull’erba, che fa il bagno in piscina e che accoglie amici e suoceri mostrando i fiori coltivati in giardino.
Glazer sceglie di non mostrare il campo di concentramento, oltre il muro di cinta si vedono le ciminiere, si sente il latrare dei cani, voci e le fucilazioni. Rudolf Hoss la mattina come un direttore di fabbrica esce di casa per compiere il suo lavoro.
Liberamente tratto dal romanzo di Martin Amis, pubblicato da Einaudi, La zona di interesse ha diviso la critica e gli spettatori. È un film di sottrazione visiva, una regia minimalista quella di Jonathan Glazer, che lascia attoniti e sgomenti richiamando il colonnello Kurtz e il suo monologo che in Apocalypse now diceva: “Io ho visto degli orrori, orrori che ha visto anche lei. Ma non ha il diritto di chiamarmi assassino. Ha il diritto di uccidermi, ha il diritto di far questo. Ma non ha il diritto di giudicarmi. È impossibile trovare le parole per descrivere ciò che è necessario a coloro che non sanno ciò che significa l’orrore. L’orrore ha un volto. E bisogna farsi amico l’orrore, orrore, terrore, morale e dolore sono i tuoi amici. Ma se non lo sono, essi sono dei nemici da temere”.