Trentunmila soldati ucraini uccisi.
Ventimila bambini ucraini rapiti e deportati in Russia.
Sono numeri impressionanti, ma per questi morti, per questi rapiti che stanno tutti nella responsabilità della Russia e della sua folle tentata invasione dell’Ucraina, nessuno occupa le università, nessuno interrompe le riunioni dei Senati accademici, nessuno marcia verso le ambasciate della Russia.
Nessuno usa per questa strage e per questa infame violazione dell’innocenza dell’infanzia la parola ‘genocidio’. E il perché è chiaro: ‘genocidio’ viene usato oggi solo per le vittime della guerra a Gaza per far dimenticare l’ultimo ‘genocidio’ di 7 milioni di ebrei, ritenuto non un fatto gravissimo della storia, ma la maggiore ragione, da esorcizzare al contrario, del sionismo.
Nessuno parla di genocidio di genere per le donne uccise in Iran per aver scoperto i capelli. Nessuno.
Non si combatte la mano di Caino a seconda di chi la usa e mi pare evidente che oggi ciò che guida tante proteste è più l’odio antiamericano che l’impegno per i diritti umani, per la libertà, per la giustizia.
In Italia e in tanta parte del mondo occidentale si assiste alla ricorrente scorciatoia di dare un senso all’esistenza arruolandosi ciecamente in una parte.
Ho conosciuto la razza dei reclutatori neri e rossi sin da ragazzo e li ho sempre trovati insopportabili e pericolosi: sono persone che manipolano gli altri convinti di liberarli da chissà che cosa. Hanno il profilo morale dei preti che ti devono salvare tuo malgrado. Li ho visti invecchiare questi cacciatori di uomini e donne da appendere nella propria galleria come trofei. Li ho visti morire tristi, vuoti, ma sempre inesorabilmente e inutilmente incattiviti.
Io insegno a non farsi reclutare, a farsi parte per se stessi, come Dante, ma con lo spirito di Petrarca, cioè di chi non legge libri per l’erudizione, ma per la vita.
Quando vidi con i miei occhi la cintura ‘di sicurezza’ che Israele stringe intorno ai territori amministrati dall’Autorità palestinese, ebbi la netta sensazione di un grande campo di prigionia. Poco mi importò che gli Israeliani mi dicessero che esso è il frutto degli estremismi palestinesi, perché non era e non è vero se non quanto lo è anche degli estremisti israeliani che si sono presi, al termine delle guerre, le case e le terre che erano dei palestinesi e non loro. Non mi importa di chi è stata la colpa delle guerre. Io combatto lo spirito della guerra. Nelle università israeliane di questo si parla anche animatamente, ma paradossalmente sono questi i luoghi che le proteste occidentali vorrebbero isolare.
Chi vive dentro le università italiane conosce l’estremismo palestinese. Sappiamo tutti che prima o poi qualcuno di noi finirà pestato o peggio ucciso. Il clima si sta intossicando.
Chi si è preso la briga di seguire per qualche anno il ‘dibattito’ politico nei paesi arabi, sa benissimo che è in corso da tempo un durissimo confronto tra una concezione laica della politica e una di stampo religioso, con tutto ciò che questo comporta. Ebbene a me pare che anche il dibattito politico italiano stia ritornando a percorrere la strada del dogmatismo contrapposto, delle verità indiscutibili da proclamare e non da discutere. Anche da noi sta tornando il clima del reclutamento ed è in questo clima che i morti palestinesi sono proposti come diversi da quelli ucraini.
Noi stiamo e staremo sempre con tutti gli uomini in croce, mai con i reclutatori, di qualunque colore essi siano.
@ Giorgio Spero che la sua sia una innocente provocazione. Ho letto il libro e l’ho trovato ai limiti del terrapiattismo, una furbata editoriale tutta costruita sul titolo, con pochissime o nessuna informazione all’interno e una tesi: tutta colpa della Nato e dell’Occidente se Putin è Putin. Stessa tesi di Canfora che firma la prefazione. Dopo averlo letto ho fatto il rito che metto in atto per depurarmi dalle cose false che mi capita di leggere (l’ho imparata da Pepe Carvalho): alla prima occasione ho usato delle pagine per accendere il fuoco. Ho notato che se il libro è buono, la fiamma non riesce ad aggredirlo come ci si aspetterebbe; se invece è pessimo, se lo mangia in un momento. E così è stato.
La nostra visione del mondo è inevitabilmente condizionata dal nostro essere nell’orbita occidentale.
Sulle origini e sulle cause della guerra in Ucraina sarebbe utile la lettura del libro “Come l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina” di Benjamin Abelow
Caro Alfio mi pare che nessuno abbia mai detto qualcosa del genere o sbaglio?
ha ragione su tutto caro Professore , ma anche quello che scrive Giorgio fa pensare siamo in un mondo dove la falsa propaganda la fa da padrona
… a si «arruolare» cun calecuna parte “per partito preso” e no po amore est sèmpere cosa fata a sa maconatza, «ciecamente», a ogos serraos, o assumancus unu apertu ma s’àteru serrau, crìmine contr’a s’umanidade, ca no est umanidade, e ischit prus de gherra si no própriu de ódiu puru, male primu po chie si lassat arruolare etotu e faet a gherra sighindho. E no foedheus de is “arruoladores”!
E vero ciò che lei scrive Professore però non dimentichiamo che l antiamericanismo non nasce dal nulla dietro vi è il potere la voglia di comandare il mondo anche a scapito di tutto e di tutti ovviamente senza nulla togliere al suo discorso per il resto del tutto condivisibile.
Più che studenti ormai sembrano legionari finanziati da qualcuno che sicuramente non può essere l’Ucraina, forse è per questo che non manifestano per i suoi morti. Troppe contraddizioni ideologiche, arroganza e ignoranza nel loro modo di manifestare incivile. E i veri studenti che vorrebbero studiare subiscono inermi.
Saludos
I genocidi sovietico sono sempre “PIÙMIGLIORI” e giustificabili, cosi come ogni tipo di dittatura comunista, chissà perché…